I Leoni di Sicilia, tutto sui libri da cui è tratta la serie tv
Quando escono gli episodi de I Leoni di Sicilia: dal 25 ottobre sbarca su Disney+ la serie tv tratta dall’omonimo romanzo di Stefania Auci. Il racconto prende il via a inizio Ottocento per raccontare l’epopea famigliare dei Florio, i quali lasciano Bagnara Calabra alla volta della Sicilia per trovare fortune
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I Leoni di Sicilia, trama completa del romanzo
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. Dopo il disastroso terremoto che ha colpito la loro terra natìa, Paolo e Ignazio fuggono a Palermo insieme a Giuseppina – moglie di Paolo – e Vittoria – figlia di Ignazio -. In via dei Materassai, i fratelli Florio aprono un negozio di spezie. Paolo Florio muore nel 1807, e l’attività passa a Vincenzo, che al tempo aveva solo otto anni. Nel frattempo il commercio continua a prosperare, grazie anche alla conquista francese del regno di Napoli, a seguito della quale la Sicilia diventa un crocevia in cui gli inglesi alimentano gli scambi. Ignazio ha delle intuizioni importanti, allarga la rete di fornitori per abbracciare metà continente europeo, punta allo zolfo, rileva la gestione delle tonnare di San Nicola e Vergine Maria vicino Palermo. E ancora case, terreni tolti dalle mani dei nobili sul lastrico, e inizia a irrobustirsi una compagnia di navigazione che fa capo ai Florio.
Ignazio Florio muore nel 1828 e il testimone passa ufficialmente a Vincenzo, al tempo 29enne. Il giovane è un pioniere e ha fame di novità e di progresso, investendo nei trasporti con battelli a vapore con piroscafi, così da giungere perfino in America. Un’altra intuizione di Vincenzo è la produzione del Marsala, un vino da poveri che – grazie alle cantine Florio – diventa una prelibatezza. Anche la conservazione del tonno – sott’olio e in lattina – ne espande il consumo. I Florio continuano a essere guardati dall’alto in basso dai nobili che li considerano nient’altro che facchini.
Eppure è quel senso di rivalsa sociale che ha animato l’ascesa dei Florio. Un’ascesa che deve tantissimo alle donne della famiglia Florio che hanno spianato la strada ai maschi, da Giuseppina – moglie di Paolo, ma innamorata di Ignazio – a Giulia Portalupi, una donna milanese che tiene molto alla propria indipendenza e che diventerà il punto di riferimento imprescindibile di Vincenzo. Le mire espansionistiche di Vincenzo non conoscono limiti grazie all’apertura della fonderia Oretea a Palermo e dell’affitto della tonnara di Favignana dai Pallavicino di Genova. Favignana diventerà poi un luogo particolarmente caro alla famiglia Florio, ma questo lo vedremo nel corso del secondo romanzo.
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Ignazio junior è l’unico figlio maschio di Vincenzo Florio e Donna Giulia Portalupi, i quali hanno anche due figlie illegittime, Angelina e Giuseppa -. Carlo Giachery, amico di Vincenzo, costruisce la villa dei Quattro Pizzi all’Arenella, dimora di Florio e della moglie: i due convolano a nozze nel 1840 a Livorno. Vincenzo viene nominato senatore del Regno d’Italia nel 1864 e muore l’11 settembre 1868.
L’inverno dei leoni, trama completa del romanzo
L’inverno dei leoni si svolge tra il 1868 e il 1950 rappresenta un prosieguo diretto del romanzo precedente; il racconto riprende dal quando la morte del patriarca chiude l’era più ricca dei Florio. Sembrano ormai lontanii fasti Vincenzo, colui a cui si deve lo sviluppo della Casa di commercio Florio di Palermo. La famiglia non ha più una guida salda, e il commercio inizia a risentirne. Ignazio è determinato a mettere il bene della famiglia – e il suo imprescindibile senso del dovere – davanti a qualsiasi cosa. Predestinato ad assumere il comando della casa Florio – che adesso è ammirata e temuta non soltanto nella Sicilia tutta ma persino tra gli scranni della politica romana e oltre, arrivando alle corti europee -, Ignazio scopre ben presto che la solitudine è la condizione fondamentale di chi è al comando.
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Per sedere sul trono che fu di suo padre Vincenzo, Ignazio ha dovuto rinunciare all’amore di Camille, vedova corsa che non avrebbe mai potuto presentare in famiglia che rappresentava per lui l’opportunità di scegliere se stesso e non la sua famiglia. Il dominio navale del Mediterraneo, l’acquisto dell’intero arcipelago delle Egadi, i palazzi, i gioielli, le tonnare, la seta, le imbarcazioni… Non c’è impresa di fronte alla quale Paolo, Vincenzo e Ignazio si sono tirati indietro. Ignazio espande l’attività di conservazione del tonno, costruendo stabilimenti innovativi nella tonnara di Favignana e Formica.
La baronessa Giovanna d’Ondes Trigona – forte quanto affamata d’amore – soffre per la scoperta del rapporto che ha unito suo marito Ignazio a Camille in passato. Quando Ignazio – che come il padre divenne senatore del Regno d’Italia nel 1883 – ha quattro figli con Giovanna: Vincenzo – il maggiore, che morì a dodici anni nel 1879 -, Ignazio junior, Vincenzo junior e Giulia. Ignazio muore il 17 maggio 1891 a Palermo all’età di 53 anni. Il comando passa quindi a Ignazio junior detto Ignazziddu, che a poco più di vent’anni è costretto a dimostrarsi all’altezza dell’eredità lasciatagli dal padre.
Nel 1893 Ignazziddu convola a nozze con Franca Jacona di San Giuliano, al tempo considerata la donna più bella di Palermo. Da qui il racconto di Auci si impernia sulla figura di Franca che – come Giuseppina Florio, Giulia Portalupi e Giovanna d’Ondes – prosegue la tradizione di donne forti e complesse in grado di non farsi inghiottire dalla foga dei rispettivi mariti. Ignazziddu è un fedifrago, ma Franca non si lascia abbattere dai suoi tradimenti e diventa la figura di spicco della mondanità e della Belle Époque palermitana, ispirando artisti come Puccini, D’Annunzio e Boldini.
Ignazziddu dimostra di non avere lo stesso acume negli affari – o una preparazione imprenditoriale adatta – per portare avanti l’attività di famiglia. Presto i Florio finiscono in rovina, e le loro vite sono solcate anche da tragedie famigliari. Franca e Ignazio junior hanno cinque figli: Giovanna, Ignazio, Igiea Costanza, Giacobina e Giulio. Ad eccezione di Igiea Costanza e Giulia, tutti i figli morirono in tenera età. Questo segna inevitabilmente la vita di Franca.
Il racconto dell’ultimo capitolo della saga dei Florio si chiude nel 1950 con la morte di Franca, la quale ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in miseria. Franca muore il 10 novembre 1950 a Migliarino Pisano, nella tenuta della figlia Igiea Salviati Florio. Quando a suo marito – che non volle vedere Franca neanche sul letto di morte -, Ignazio junior muore a Palermo il 19 settembre 1957, dopo essere rimasto sordo e avere tentato, senza successo, di risollevare le sorti dell’impero dei Florio.
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