Dal 25 febbraio Oscio debutta in streaming su RaiPlay con in Il Santone – #lepiùbellefrasidiOscio. Il fenomeno social creato da Federico Palmaroli e seguito da oltre un milione di follower diventa una serie comica in dieci episodi con protagonista Neri Marcorè nei panni di un redivivo imbonitore di periferia.
Da un’idea di Giorgia Cardaci, la serie costituisce il secondo progetto per RaiPlay realizzato dalla Stand by me di Simona Ercolani dopo Mental che ha esordito nel dicembre di due anni fa. Il Santone racconta la storia di Enzo Baroni (Marcorè), un antennista di Centocelle che scompare improvvisamente. Passano diversi mesi, e quando Enzo riappare tutti stentano a riconoscerlo, a cominciare dalla moglie Teresa (Carlotta Natoli) e la figlia diciassettenne Novella (Beatrice De Mei).
Il nuovo Enzo indossa un mundu indiano, ha il codino, la barba lunga e irradia l’aria serafica di un saggio dotato di facoltà ultraterrene. Nessuno sa che ne sia stato di Enzo in quei mesi: lui non sembra volercisi soffermare troppo. Eppure, sarà per il suo aspetto da santone o per le perle di saggezza popolare romana e luoghi comuni che dispensa con grande generosità, Enzo diventa un punto di riferimento per gli abitanti del suo quartiere. Il guru di Centocelle cattura l’attenzione di tutta Roma grazie alle ricondivisioni sui social network che lo rendono una star. La vicenda attira l’attenzione di Jacqueline (Rossella Brescia), agente televisiva che fiuta l’affare e vorrebbe far diventare Enzo una star.
“Enzo non ha alcuna intenzione di porsi come Santone,” racconta Neri Marcorè a Tvserial.it “ma è talmente tanta la voglia e il bisogno da parte dell’agente di trovare una guida, qualunque essa sia, che indichi una strada o comunque dimostri di avere qualche qualità fuori dall’ordinarietà che basta che arrivi uno vestito in maniera stravagante, con aura vagamente orientale, con un atteggiamento serafico a invitare la gente a credere in qualcuno”.
Sebbene Marcorè ammetta di avere lasciato il set della serie “con il dubbio che Enzo ci sia o ci faccia,” poco importa se quella del suo personaggio sia una posa o la sua realtà. Ciò che conta è quello che innesca nelle persone intorno a lui. “C’è smarrimento, soprattutto in quest’epoca, dove si è perso il senso critico e a volte anche la misura delle cose. In tutto questo mondo così vario e frastagliato,” dice Marcorè “in cui uno si sveglia e dice la sua e c’è qualcuno disposto a credere, semplicemente perché lo dice in una maniera magari convinta, Enzo si lascia scivolare le cose addosso senza prenderle necessariamente di petto, con ansia e con la frenesia, che normalmente ci caratterizza. È questo a distinguerlo dal resto dell’umanità e a renderlo il Santone”.
L’inaspettato asso nella manica di Enzo sono i social media che catturano i suoi prodigi e li rendono accessibili ad un pubblico molto più ampio di quello composto dagli abitanti di Centocelle. Questa funzione talvolta iconoclasta dei social – tutto è virale, tutto è alla mercé dell’ironia anche più velenosa – non è sempre da accogliere in un’accezione positiva, secondo Marcorè. “Posto che la satira può e deve deve colpire ogni forma di potere o di potentato” premette l’attore, “oggi sui social e non solo si denota la libertà di poter fare tutto, dire tutto in qualsiasi contesto, senza che ci siano delle regole condivise, regole magari che il più delle volte erano di tacito accordo ovvero il buon senso, il comportamento educato e corretto. Sentirsi leoni da tastiera e prestarsi all’insulto facile è un mestiere che evidentemente dà molta soddisfazione a chi si mette in quella posizione”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Neri Marcorè riguardo all’esperienza de Il Santone, disponibile a partire dal 25 febbraio in streaming su RaiPlay.
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