Il Sarto, intervista alla protagonista Şifanur Gül
È un periodo magico per Şifanur Gül, ventisettenne attrice originaria di Ankara, in Turchia. Da quando lo scorso maggio su Netflix ha esordito Il sarto, il suo primo progetto seriale destinato allo streaming, la sua carriera è decollata. Dal 20 ottobre Şifanur Gül tornerà sugli schermi di Netflix con Yaralitan – La Creatura, miniserie remake di Frankenstein di Mary Shelley.
Il sarto narra la storia di Peyami, un giovane e famoso sarto che ha ereditato il talento e un’attività di successo dal nonno. Dopo la morte di quest’ultimo, Peyami porta il padre con sé in segreto a Istanbul e deve prendersi cura di lui senza che nessuno venga a sapere la verità. In fuga da una relazione violenta con Dimitri, Esvet appare misteriosamente nella vita dei due uomini anche lei accompagnata dai propri segreti. Nel ruolo del protagonista maschile recita Çagatay Ulusoy, già volto di The Protector, la prima produzione originale turca targata Netflix che si è conclusa nel 2020.
La prima stagione de Il sarto è rimasta per cinque settimane nella classifica dei contenuti Netflix non in lingua inglese più visti al mondo. La seconda stagione, approdata in piattaforma lo scorso 28 luglio, ha raggiunto la Top 10 in 65 Paesi. Forse non è un titolo con lo stesso richiamo mediatico di Stranger Things e Mercoledì, ma se chiedete ai vostri genitori (o ai vostri nonni), le serie turche – o dizi, che dir si voglia – rappresentano, per il pubblico televisivo di oggi, quello che negli anni Ottanta furono le telenovelas sudamericane.
Se la televisione generalista lo sa bene, e sono ormai almeno sei anni che si approvvigiona dalla Turchia per le sue serie da daytime e prima serata (su questo FoxLife fu precursora), lo streaming ha dimostrato di tenere d’occhio la situazione. Soltanto negli ultimi venti mesi su Netflix sono approdate serie originali turche come Il Club, Mezzanotte a Istanbul, Il produttore, Ambizione, Shahmaran e Anime False.
Ad oggi la Turchia è uno dei Paesi sui quali Netflix punta maggiormente per la sua espansione, anche se lo scorso luglio l’azienda di Reed Hastings è stata multata dal RTUK, il consiglio governativo che vigila sui media, per aver “sfidato i valori della famiglia” e “normalizzato oscenità” con la rappresentazione di persone LGBTQ+ nei suoi programmi.
Qual è il segreto del successo delle serie turche? Sono storie semplici da seguire, melodrammatiche ed estremamente caste; è persino raro che includano baci sulla bocca (spesso di opta per i più casti baci sulla fronte). Questo le rende scelte piuttosto sicure per un palinsesto sempre più globale (e generalista) come quello di Netflix. Ecco che successi come Il sarto – che non fanno rumore, ma fanno visualizzazioni – stanno diventando più strategici che mai, per la piattaforma.
In apertura di post trovate la video intervista completa a Şifanur Gül. Le prime due stagioni de Il Sarto sono attualmente disponibili in streaming su Netflix.
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