Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 2, intervista a Benjamin Walker
In occasione della seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere dal 29 agosto su Prime Video con i primi tre episodi in streaming, abbiamo intervistato una buona parte del cast, tra cui Lloyd Owen e Leon Wadham, rispettivamente Elendil e Kemen. I due personaggi avranno molto screen time condiviso in questa seconda stagione, motivo per cui sono stati affiancati ai junket internazionali.
Elendil si ritrova in una situazione devastante a livello emotivo, all’inizio della seconda stagione. “Il livello di dolore per Elendil è travolgente. Il livello è così alto che ormai lui non prova più nessuna emozione.È intorpidito dalla perdita. Non può aprire quella diga perché penso che le emozioni sarebbero troppe”. Un personaggio davvero complesso quello di Lloyd Owen e l’attore stesso è onorato di metterlo in scena come sfida personale. In questo momento a Numenor ci sono due fazioni politiche e Elendil si trova con la consapevolezza di: aver perso suo figlio Isildur, è accanto alla regina, cieca, da sostenere e la figlia Eärien sta passando dall’altro lato politico.
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“Elendil è combattuto tra scegliere la testa o il cuore: l’amore per il Paese e il senso del dovere verso molte persone o l’amore per la sua famiglia e per sua figlia”. Un momento molto confuso per il personaggio che non è certo se seguire la fede o l’istinto. “Sappiamo bene che quando segui l’istinto non si è mai sicuri al cento per cento di fare bene. Se una cosa è istintiva è nata come reazione alla vita. Come qualcosa di irrazionale e non sempre la scelta giusta”. Elendil sarà costantemente in una dicotomia morale per tutta la stagione.
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Dall’altra parte della fazione politica troviamo Kemen (Leon Wadham). Un personaggio in cerca del suo posto del mondo che vuole fare la sua parte in questa lotta ed è convinto di essere dalla parte giusta della barricata. “Kemen è dalla parte del progresso, sta creando la sua strada. Lui è sicuro delle proprie convinzioni e che c’è bisogno di un cambiamento dopo il fallimento della guerra”. Gli attori hanno scherzato, soprattuto Owen definendo Kemen un nepo baby. “Tolkien non conosceva questo termine, ma ne era consapevole del suo significato profondo. Se lo avesse saputo lo avrebbe inserito nei suoi romanzi”.
Per Lloyd Owen la più grande sfida è stata proprio metter in scena il dolore di Elendil. Definire un personaggio completo e fallibile e al tempo stesso umano. “Per assicurarsi che si tratti di un essere umano pienamente completo e fallibile, si può essere risucchiati dall’archetipo dell’eroe. Ma l’eroe non nasce deve essere creato, e viene creato facendo le scelte sbagliate ad un certo punto della storia”. Inoltre, c’è un forte senso di responsabilità per il pubblico, sia novello che già esperto.“C’è gente che come me ha letto Lo Hobbit a undici anni, ma ci sono persone che hanno scoperto Tolkien proprio con Gli Anelli del Potere, perciò bisogno mettere in scena i personaggi con rispetto per entrambi i tipi di pubblico”. Continua Owen che porta in scena un personaggio che chi ha visto i film e letto i libri conosce bene il suo destino.
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