“Mi diverte molto quando mi dicono di non sapere se amano o odiano Fraser”: parola del suo interprete Jack Dylan Grazer, protagonista insieme a Jordan Kristine Seamón di We Are Who We Are, la serie di Luca Guadagnino per HBO e Sky.
Il racconto è uno sguardo caleidoscopio al subbuglio interiore ed esteriore dei suoi protagonisti, adolescenti statunitensi confinati in una base militare americana nella provincia veneziana. Gli otto episodi che compongono la serie portano lo stesso titolo: “Right here, right now”. Nel mondo di We Are Who We Are esiste soltanto l’immediatezza: soltanto questa simultaneità può restituire il senso di onnipotenza e di terrificante vulnerabilità dell’essere adolescenti.
Considerata dai critici televisivi su entrambe le sponde dell’Atlantico come una delle migliori serie televisive dell’anno, We Are Who We Are è riuscita a conquistare anche i giovani che ambisce a portare sullo schermo. Su TikTok, il social network dove la Generazione Z ha trovato riparo per sfuggire a genitori e nonni ormai appropriatisi di Facebook e Instagram, i contenuti dell’hashtag dedicato alla serie hanno totalizzato più di 13,6 milioni di visualizzazioni.
A colpire, tuttavia, è il successo che We Are Who We Are tra il pubblico più adulto, dai millennial ai tanto demonizzati boomer. “Speravo che al pubblico piacesse la serie, ma non pensavo che gli spettatori si potessero immedesimare in Caitlin e Fraser” ha ammesso Jordan Kristine Seamón a Tvserial.it. La diciassettenne originaria di Philadelphia ha confessato che il ruolo di Caitlin rappresenta una svolta per la sua carriera.
“Fino a quel momento mi scritturavano sempre in parti da antipatica” ha spiegato Seamón, che si è detta grata di aver potuto interpretare un personaggio così sicuro di sé e al contempo vulnerabile. Un viaggio, quello di Caitlin, nel quale Jordan ha ritrovato il proprio: “Sia io che Caitlin abbiamo affrontato una crisi di identità per capire quale sia il nostro posto nel mondo” ha raccontato l’attrice.
“La mia prima impressione di Fraser?” ricorda Jack Dylan Grazer, che a soli diciassette anni è già stato protagonista di una serie tv (Me, Myself and I) e in blockbuster come Shazam! e Stephen King’s IT. “Ero combattuto: volevo saperne di più, perché la maggior parte delle azioni di Fraser lo rende discutibile agli occhi di chiunque” ha concesso l’attore.
Nonostante il timore iniziale di non riuscire a provare empatia per il suo personaggio, Jack Dylan Grazer ammette che Fraser è diventato una parte di lui: “A volte ho dei momenti in cui è come se il suo istinto venisse fuori da solo” dice l’attore, nipote del produttore Brian Grazer che con Ron Howard ha fondato la Imagine Entertainment e vinto l’Oscar per “A Beautiful Mind”.
We Are Who We Are si colloca in un momento storico cruciale, a ridosso dell’insediamento di Donald J. Trump alla Casa Bianca. Alla vigilia delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, dove si trovano Caitlin e Fraser quattro anni dopo? “L’unica cosa che mi auguro è che stiano bene” risponde Jordan Kristine Seamón, sorridendo: “Hanno avuto entrambi delle vite così traumatiche che vorrei soltanto che fossero al sicuro”.
“Fraser sarà senz’altro più sicuro di sé” riflette Jack Dylan Grazer, che aggiunge: “Credo che stia ancora affrontando il suo cammino: perché alla fine è tutta qui la vita, si tratta di un viaggio”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Jack Dylan Grazer e Jordan Kristine Seamón riguardo all’esperienza della serie e alla possibilità di una seconda stagione.
We Are Who We Are è in onda ogni venerdì fino al 30 ottobre su Sky Atlantic, on demand su Sky e in streaming su NOW TV.
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