Io ti cercherò, intervista a Zoe Tavarelli (Martina Camilli)
Da lunedì 5 ottobre 2020 su Rai 1 va in onda in quattro serate Io ti cercherò. Questa fiction, coprodotta da Rai Fiction e Publispei, vede alla regia Gianluca Maria Tavarelli. Dopo la trasmissione dei primi quattro episodi abbiamo il piacere di contattare via videochiamata un’attrice del cast. Alla luce di questo brillante debutto di Io ti cercherò nella nostra intervista a Zoe Tavarelli (Martina Camilli), scopriamo di più sul suo personaggio e sulla fiction.
Io ti cercherò racconta la “realtà com’è” senza addolcire la pillola
Questa fiction con protagonista Alessandro Gassmann (Valerio Frediani) colpisce il pubblico fin dalla prima puntata. Il giallo è il gancio che ci tiene incollati allo schermo, di lunedì in lunedì per scoprire cosa sia successo a Ettore, interpretato da Luigi Fedele. Commentando il grande debutto di Io ti cercherò, in questa intervista Zoe Tavarelli (Martina Camilli) non nasconde l’emozione e la felicità per il riscontro da parte degli spettatori. Non era scontato perché questo racconto è “particolare”. A differenza di tanti altri titoli italiani – di cui comunque andare fieri, qui c’è un punto di forza innovativo. Come capita per tante serie tv americane e non che “non addolciscono la pillola, sono nude e crude”, anche Io ti cercherò racconta “la realtà com’è”.
Fa paura e, sotto un certo punto di vista, ci costringe a fare i conti con la complessità dell’animo umano, ma dietro alla fatica c’è un arricchimento personale.
Per Zoe Tavarelli “è stato molto difficile calarsi dentro questo dolore”
La prima a rendersene conto è proprio l’attrice che in Io ti cercherò interpreta Martina. In questa intervista racconta quanto sia stato complesso per lei vestire i panni della fidanzata di Ettore. “È stato molto difficile calarsi dentro questo dolore” perché, non avendo – per fortuna – mai provato sulla sua pelle un lutto così destabilizzante, non ha attinto alla sua esperienza diretta. Cerca così “dentro di me quella parte, quella Martina” che esiste, ma che non ha avuto modo di esprimersi.
Martina sa che Valerio non si può essere tolto la vita. Questa verità è la sua ancora e la sua certezza. È anche il motivo per cui – forse – non si colpevolizza per quanto successo. A differenza di quello che accade spesso in tragiche circostanze come quelle di un suicidio, vediamo che Martina non tende a addossarsi una fetta di responsabilità per la morte di Ettore. Non perché non l’abbia amato, non perché non sia sensibile, ma semplicemente perché “sa che non è stato un suicidio” nel suo cuore.
“Sembrava di rivederci, a me e papà”: Io ti cercherò “è una serie che parla di noi”
In Io ti cercherò, come racconta in questa intervista Zoe Tavarelli, l’attrice porta sul piccolo schermo una Martina fragile e decisa allo stesso tempo. Sul set, nel percorso per dar vita al personaggio, ha l’occasione di imparare da attori di cui ha una grande stima. Avendo tante scene con Alessandro Gassmann si reputa fortunata per l’interazione con una “persona umanamente meravigliosa”, un attore di grande calibro. È “bello recitare con lui perché in quel momento sei davvero Martina e Valerio”: non esiste altro.
A proposito del periodo delle riprese e della preparazione, abbiamo chiesto a Zoe Tavarelli quale equilibrio abbia trovato con il regista della fiction. Il suo caso, infatti, è sui generis. Non è la prima volta che l’attrice lavora a un progetto televisivo per la regia di suo padre: Gianluca Maria Tavarelli.
Pensando al percorso in Io ti cercherò in questa intervista Zoe Tavarelli ringrazia il papà per averla fatta “sentire come tutti gli altri”. A differenza di quanto può capitare in altre circostanze in cui l’interprete mira a spiccare agli occhi del regista, qui è proprio l’opposto.
Padre e figlia hanno costruito una relazione professionale di cui lei è molto orgogliosa, un tassello che rafforza il loro rapporto senza invadere la sfera personale. “La base su cui abbiamo costruito questo rapporto di lavoro è sostanzialmente l’onestà, dirci tutto quando serve” racconta Zoe Tavarelli.
“Il bello è che è una serie che parla di noi”: è un noi che intende in due modi. Da un lato “sembrava di rivederci a me e papà anche con mille differenze”, dall’altro è un “noi” più esteso. Si riferisce a “noi” spettatori che, in qualche modo, si riconoscono in qualche pezzetto di Io ti cercherò.
Lascia un commento