L’ultimo drink, dal 17 ottobre al cinema con Wanted Cinema
Mentre lo sguardo delle masse si focalizza sul cinema americano commerciale, dalla Germania arriva grazie a Wanted Cinema in Italia il film L’ultimo drink, pellicola indipendente da non sottovalutare per nulla, dal 17 ottobre in sala. Il regista Markus Goller e lo sceneggiatore Oliver Ziegenbalg continuano la loro collaborazione dopo aver creato la casa di produzione Sunny Side up e i due film di successo – in Germania -, Friendship! e 25 km/h.
L’idea di L’ultimo drink è nata durante una cena tra amici. “Sicuramente è successo più di dieci anni fa. Un incontro accogliente, di sera, durante la settimana. Lì mi ha colpito: È folle, siamo tutti ubriachi entro mezzanotte, anche se dobbiamo lavorare il giorno dopo. E a nessuno è mai venuto in mente di chiedersi se qualcuno al tavolo potesse avere un problema con l’alcol.” Le parole di Ziegenbalg che ha deciso di voler analizzare più da vicino questo fenomeno sociale in cui tutti bevono e nessuno si crea o pensi ai problemi che ne possono conseguire. Quando diventa chiaro che all’interno di un gruppo di amici qualcuno ha un problema con l’alcool? Soprattuto, quando va fatto notare, come ci si deve comportare e qual è il limite? Di questo e non solo parla L’ultimo drink.
L’ultimo drink, il film tedesco indipendente che ci farà smettere di bere
Mark (Frederick Lau) è un uomo molto devoto al suo lavoro da capo cantiere, ed è molto rispettato da colleghi e superiori. Nella sua vita privata però trova il piacere solo nell’alcool nella notturna Berlino. “Le sensazioni che provo quando bevo mi fanno dimenticare tutto lo stress della vita di tutti i giorni. È bello sentirsi così”. La storia inizia proprio dal momento in cui a Mark viene sequestrata la patente per essere stato fermato ubriaco alla guida. Costretto ad andare in bicicletta, Mark si iscrive ad un corso per prepararsi all’esame medico-psicologico per riavere la patente. Inizialmente però, Mark la trasforma in una sfida con il suo miglior amico Nadim (Burak Yigik), e fanno una scommessa in cui lui dice che non toccherà il fondo e riuscirà ad avere la patente. Le cose non vanno come Mark spera e non resiste senza alcool a lungo.
Nel corso della storia, si scopriranno i motivi per cui Mark da lavoratore modello si rivela essere l’anima delle feste o l’alcolizzato di turno che urina su una poltrona in dormiveglia, convinto di essere seduto sul wc. Ad alimentare la sua voglia di provare a smettere – inizialmente – di bere è la conoscenza di Helena (Nora Tschirner), anche lei iscritta al corso di recupero. Tra i due scatta una relazione tossica dove non succede mai nulla di sessuale, ma c’è un’attrazione nel volere stare insieme. Una lotta constante che si insidia dentro di loro. “Mi piace stare con te quando sono sobria”. Dice Helena. I problemi sono la rabbia, le frustrazioni, il passato che ha portato i traumi ai due alcolisti senza confessare di esserlo. Quando le cose nella loro vita deragliano, decadono di nuovo nel bere e si ritrovano con in mano una, due bottiglie.
La vita lavorativa di Mark è appesa ad un filo e rischia di compromettersi per sempre. Mentre si imbarazza a farsi vedere da Nadim, ubriaco in giro per un senso di orgoglio, dato che ha perso anche la scommessa con lui. L’ultimo drink parla volutamente alla generazione a cavallo tra l’essere adulti e uscire dall’età dell’eterno giovane.
Portare sullo schermo un protagonista che è per la maggior parte del tempo ubriaco potevano essere molto rischioso e risultare troppo esagerato o ridicolo. Ma la bravura di Frederick Lau si distacca dal timore degli autori di cadere in una rappresentazione banale. L’ultimo drink è diventato esattamente il film che Oliver Ziegenbalg e Markus Goller avevano immaginato all’inizio. “Mostra come la vita possa essere divertente, ma guarda anche sotto la superficie. Affronta il tema dell’alcolismo in modo autentico ed è anche divertente”.
Se Helena beve per depressione e quando le viene tolta la bottiglia ha sintomi di rabbia e ferocia, Mark abbraccia il mondo quando beve. Viene descritto come “un animale da festa senza limiti”. La storia ti permette di introiettare quello che accade ai personaggi e trarne il tuo personale punto di vista. Accende ricordi, momenti collegati e al tempo stesso offre un’esperienza di cinema positiva, perché diverte e permette alle persone di connettersi e sentirsi unite da qualcosa. Il bere accumuna praticamente tutti e il metodo sottile con cui L’ultimo drink affronta la questione è innovativo, attuale, genuino con quel senso di nostalgia e depressione che non guasta mai.
Lascia un commento