Come Finisce La Casa Di Carta Parte 5 Volume 1
Come finisce La Casa Di Carta 5 Volume 1? Si conclude con un epilogo al cardiopalma la prima metà della quinta parte de La Casa De Papel, la serie spagnola creata da Álex Pina divenuta un vero e proprio fenomeno globale su Netflix.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale del volume uno della quinta parte de La Casa Di Carta e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della quinta parte o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce La Casa Di Carta 5 volume 1, qui troverete il resoconto completo.
Silene Oliveira, questo era il suo nome prima di diventare Tokyo. Quando era ancora una giovane con la voglia di essere libera, e sognava una vita insieme al suo fidanzato René. La vediamo quattro anni prima del colpo, in vacanza con quest’ultimo a Lisbona. Il loro sogno è quello di vivere per sempre insieme, senza più lavori umilianti che non consentono loro di arrivare a fine mese. “Attacchiamo le banche” propone una sera René a Tokyo, regalandole una palla di neve con un samurai giapponese. Era proprio lì che Silene sognava di viaggiare in compagnia di René, il posto dove lei desiderava andare.
Sarà proprio una rapina ad una banca che sancirà la morte di René, crivellato dai colpi degli agenti di sicurezza. Silene no, è riuscita a scappare mettendo al tappeto tre agenti da sola. Ha trovato riparo per dieci giorni in una roulotte abbandonata, pentendosi della vita che aveva scelto e incolpandosi della morte di René. Sarà l’incontro col Professore a cambiare le sue sorti.
“Non ha nulla da perdere”, disse Berlino al fratello Sergio ascoltando i telegiornali sulla fuga di Silene: era lei la donna perfetta per il colpo alla zecca di Stato. Grazie al Professore, lei conobbe Rio, un ragazzo semplice ma che ha rappresentato per lei un’altra occasione per amare ed essere amata. Ricorda quella sera a Toledo, mentre Aníbal le spiegava le costellazione e i due hanno poi ballato sulle note di “I Wish That I Could See You Soon” di Herman Dune.
È in quel momento di felicità perfetta che Tokyo ha deciso di restare per sempre, come aveva confidato alla sua amica Nairobi poco prima del secondo colpo. Questo credeva, in merito all’aldilà. Non c’è niente dopo, ma si rimani cristallizzati nell’ultimo pensiero che abbiamo avuto prima di morire. e Tokyo ha scelto la notte stellata di Toledo, mentre danzava con Rio.
Denver, Manila e Tokyo hanno battuto la ritirata nella cucina della Banca di Spagna. Gandía, Sagasta e i militari delle forze speciali li assediano, ma Denver e Manila riescono a guadagnare tempo barricandosi con il piano della cucina in ghisa. Gandía scalpita e si rifiuta di ascoltare gli ordini di Sagasta: Tokyo approfitta di questa disubbidienza per soffiare sul fuoco, portando Gandía ad agire d’impulso; rilanciandogli la granata che lui aveva buttato in cucina, Tokyo assesta un duro colpo ai militari, uccidendo uno degli uomini di Sagasta. I cecchini di Cañizo, intanto, si appostano per colpire i tre rapinatori rifugiatisi in cucina: aspettano il momento giusto per aprire il fuoco.
Bogotá, Rio, Lisbona e Palermo cercano di liberarsi dal museo grazie all’aiuto dei fonditori, ma il tempo sta finendo. Stoccolma, intanto, medica Helsinki, ma non riesce a concentrarsi: il disturbo da stress post-traumatico inizia a manifestarsi sotto forma di Arturo, l’uomo a cui ha sparato. Questo la porterà ad iniettarsi in vena della morfina: tutto pur di non pensare, pur di zittire le voci nella sua testa.
In quel caos, Manila non si rimangia la dichiarazione d’amore che ha rivolto poc’anzi a Denver. Lei è convinta che lui non ami davvero Stoccolma, che quella vita non sia fatta per lui. “Ho voluto maturare”, dice Denver a Manila. Tokyo è d’accordo: “Una vita può contenerne diverse”. Nel frattempo il Professore annuncia a Lisbona e agli altri la nascita della figlia di Alicia Sierra: “La chiamerò Victoria”, dice l’ispettrice, la quale non sembra ancora del tutto dalla parte della banda. Rifugiatasi in bagno, Alicia trova delle pinze e le nasconde all’interno della sua manica, pronta a colpire quando il momento sarà propizio.
Mentre gli uomini di Sagasta cercano di aprire un varco a partire dalla dispensa, i cecchini appostati sul palazzo di fronte colpiscono Tokyo, la quale si ritrova cinque proiettili in corpo. Mentre i fonditori continuano a lavorare alacremente per liberare il resto della banda del museo, Rio prende la situazione in mano e con un martello pneumatico inizia ad aprire un varco sul soffitto, esattamente nel punto dove si trova la cucina al piano superiore.
In preda alla morfina, Stoccolma scopre che il condotto montavivande comunica con l’ufficio almeno sei piani sottostanti. Tokyo è gravemente ferita, e potrebbe non riuscire a saltare: più di tutto, serve qualcuna che li copra mentre si buttano giù. Nonostante le loro iniziali rimostranze, Denver e Manila acconsentono a lanciarsi. “Io non ti lascio qui”, dice Denver a Tokyo, aggiungendo “è morto mio padre durante una rapina, e non mi morirà anche una sorella”.
Tokyo resta da sola in cucina, sanguinante, mentre Rio riesce a creare un buco abbastanza grande per farci passare un braccio e tenere la mano a Tokyo. I militari fanno saltare con delle cariche esplosive il piano cucina in ghisa e si preparano allo scontro finale con Tokyo. “Non c’è tempo… sono molto felice che tu sia qui” dice quest’ultima a Rio, che continua: “Devi vivere molte vite, amore mio”.
I soldati sono finalmente arrivati in cucina: Tokyo spara all’impazzata, ma viene colpita dai proiettili dei suoi nemici. Quando riapre gli occhi, Gandía si trova sopra di lei, con un sorriso beffardo dipinto sul volto. Ride bene chi ride ultimo: Tokyo apre la mano per mostrargli le chiavi delle granate che portava sulla bandoliera in petto, tutte pronte per detonarsi di lì a pochi istanti.
“Non sono una che diventa vecchia in prigione, sono una che scappa, e se non può scappare il mio corpo, che almeno scappi la mia anima” racconta la voce narrante di Tokyo poco prima dell’esplosione che uccide Gandía e travolge gli altri militari. Denver, Rio e il resto della banda capiscono dal boato che Tokyo si è sacrificata per loro: è stata il loro angelo custode, ha permesso loro di mettersi in salvo. Non è tutto: uccidendo Gandía, Tokyo ha vendicato la morte della sua migliore amica Nairobi.
Quando ha capito che da quella situazione non avrebbe avuto via di scampo, Tokyo ha scelto di dare la propria vita per quella dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Il Professore, in preda ad un attacco di panico, trova rifugio in bagno: come farà ad andare avanti adesso che non c’è più Tokyo?
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