La Casa di Carta: perché hanno nomi di città
La Casa di Carta, arrivata alla quarta parte, ci ha lasciato col fiato sospeso. Come emerso dal finale, i nostri eroi sono ancora alle prese col colpo alla Banca di Spagna e scopriremo il loro futuro solo nella quinta parte. Sono tante le domande che continuiamo a farci, soprattutto legate alla sorte dei nostri protagonisti. Trionferanno o soccomberanno? Alcuni membri ci hanno già lasciati, ci lascerà qualcun altro? Se riusciranno a scappare, per quanto durerà? Nell’attesa di scoprirlo, facciamo un passo indietro e soffermiamoci invece su una delle tante curiosità sulla serie. La Casa di Carta: perché i protagonisti hanno i nomi di città?
Per la scelta dei nomi dei protagonisti sono state vagliate diverse possibilità. Si è pensato anche al nome dei pianeti o se mantenere i nomi reali dei ladri, tutti tranne il Professore, il cui soprannome era già stato confermato. Jesus Colmenar ha infatti rivelato che inizialmente Tokyo manteneva il suo nome reale, Silene. Anche il nome di altri personaggi doveva essere diverso. Rio era El Niño (tradotto: il ragazzino, visto che è il più giovane della banda), Berlino era El Dandi (il Dandy, vista la sua eccentricità). Denver era El Liti (tradotto il litigioso, vista la sua facile perdita di controllo) e Mosca, come Tokyo, manteneva il suo vero nome, Agustín.
Ma poi tutto è cambiato quando qualcuno ha notato la maglietta indossata da Alex Pina, con la scritta Tokyo. Da quel momento hanno cambiato rotta, pensando a quali città scegliere come nome per i protagonisti. “Era una questione fonetica, di sonorità e di capacità di vocalità […]. Ognuno ha un’esperienza con una città. Ogni città ha un suo piccolo universo che può essere condiviso. Lavoriamo con quello“, ha rivelato Pina. “Abbiamo lavorato con quelle città che avevano quella sonorità [perfetta, ndr], quella singolarità. Abbiamo iniziato a scrivere le città sulla lavagna, non è stato facile scegliere“.
Da qui poi i nomi di città che ormai fatichiamo a non collegare alla serie tv. Le uniche che hanno mantenuto il loro nome di battesimo nella serie quindi sono state Raquel e Monica, che hanno poi preso solo in seguito i nomi di Lisbona e Stoccolma. L’idea dei nomi dei pianeti viene ripresa poi nel primo episodio de La Casa Di Carta. Il Professore rivela alla banda le sue tre regole: niente nomi, niente domande personali e niente relazioni. Chiede quindi di scegliere un soprannome, qualcosa di semplice, numeri, pianeti, città. Rio propone i pianeti, lui vuole essere Marte e Denver potrebbe essere Urano. Quest’ultimo però non è d’accordo perché non gli piace la rima. Quindi si opta per le città e da quel momento il resto è storia.
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