La morte è un problema dei vivi: recensione
I Wonder Pictures porta in sala la dark comedy diretta da Teemu Nikki, La morte è un problema dei vivi, dal 4 luglio al cinema. Il regista di Il cieco che non voleva vedere il Titanic realizza uno spaccato di vita sociale finlandese, cinico, spregiudicato e grottesco che non tutti conoscono della lontana terra fredda del Nord Europa.
Il protagonista della storia è Risto (Pekka Strang), un becchino con un serio problema di ludopatia e un matrimonio in crisi così come tutta la sua vita che sta rotolando nel baratro e sta per perdere tutto quello che ha. La casa, la famiglia, suo figlio ed è costretto a lavorare con una Volvo “scassata” perché ha dovuto vendere la Mercedes per sanare i suoi debiti – o almeno una parte.
Risto trova un amico nel suo vicino di casa, Arto (Jari Virman). Un uomo bizzarro che scopre di avere una rara malattia: non ha un cervello, nella sua testa c’è solo un piccolo residuo situato nei pressi della nuca. Inizialmente, il regista getta le basi del film con toni umoristici e satirici. L’annuncio della malattia di Arto è esilarante. Il problema scatta subito dopo. In pochissimo tempo, l’uomo viene bullizzato da amici, rifiutato dalla moglie che non vuole più avere un figlio e perde pure il lavoro.
Il tono cade drasticamente verso il drammatico e senza freni. Nikki non ha pietà per le disgrazie che cadono addosso ai due protagonisti che si sostengono a vicenda. I due hanno trovato l’uno nell’altro degli insoliti ed improbabili compagni che però diventeranno l’unica persona di fiducia.
In una sorta di Breaking Bad finlandese, La morte è un problema dei vivi è un ritratto amaro di una società decadente, cinica e destinata a cadere in una serie di patologie che attanagliano un Paese. Quello che ne è esce è una realtà dove l’unico problema è fare soldi, l’unico problema dei vivi appunto. L’apice della storia si raggiunge quando Risto e Arto trovano un lavoro – illegale – presso una roulette russa trasmessa in streaming. Il loro compito è portare via il cadavere e nasconderlo per farlo sembrare un suicidio o altro. Sorvolando il surrealismo del nuovo incarico, la vita di Arto e Risto sembra prendere una piccola ripresa. I due diventano amici, anche se si ritrovano a dormire nel carro funebre dato che Risto si gioca i loro guadagni e li brucia rapidamente.
Teemu Nikki non risparmia nessuno e i momenti di ilarità che faranno sorridere il pubblico cedono subito spazio al dramma, seppur grottesco. Cinismo puro e rappresentazione di una società che molto probabilmente è senza speranza di liberazione.
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