La vita che volevi, intervista a Vittoria Schisano e Ivan Cotroneo
Dal 29 maggio su Netflix approda La vita che volevi, commedia romantica in sei episodi che racconta la storia di Gloria, un’agente di viaggi stabilitasi a Lecce. La vita della donna viene stravolta quando una vecchia conoscenza del suo passato – prima della transizione – bussa alla sua porta.
Al di là dei gusti personali, La vita che volevi rappresenta la prima volta in cui una donna trans* è protagonista di una serie televisiva italiana. Netflix ha portato avanti con determinazione la scelta di raccontare il feuilleton senza bisogno di giustificare o normalizzare un’identità o un corpo – quello di Vittoria Schisano, splendida protagonista della serie – non cisgender.
“La vita che volevi nasce dalla voglia di portare sullo schermo storie e soggettività che purtroppo non vengono rappresentate come e quanto dovrebbero,” racconta Ivan Cotroneo, ideatore e autore della serie con Monica Rametta nonché regista. Tra le influenze, Ivan Cotroneo cita Pedro Almodovár e l’importanza – per lui – di vedere il suo film La legge del desiderio del 1987, ma non solo: anche Ryan Murphy, che con Pose ha scritto una pagina importante di visibilità delle storie trans* nella serialità.
“Interpretare Gloria è stata una gioia immensa,” commenta Vittoria Schisano, che aggiunge: “finalmente la storia di una donna trans* che non è ospedalizzata, che non è ai margini della società e che non finisce in tragedia. Basta con questi stereotipi che hanno danneggiato intere generazioni di persone trans*, alimentando un immaginario distorto”.
In apertura di post è disponibile la video-intervista completa a Vittoria Schisano e Ivan Cotroneo, mentre di seguito trovate quella a Giuseppe Zeno, Pina Turco e Alessio Lapice. La vita che volevi è in streaming su Netflix.
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