Le indagini di Lolita Lobosco 2: intervista a Luisa Ranieri (Lolita Lobosco)
Dopo la nostra chiacchierata in relazione alla prima stagione, in occasione della messa in onda de Le indagini di Lolita Lobosco 2, in questa intervista a Luisa Ranieri andiamo più a fondo nella vicende e nelle sfaccettature del personaggio di Lolita Lobosco.
Trovi il video con l’intervista completa a Luisa Ranieri (Lolita Lobosco) all’inizio di questo articolo.
Lolita Lobosco “è sempre un po’ borderline, però è una donna che non si arrende”
Il “non arrendersi mai” è un pregio e un tratto distintivo di Lolita. Ne Le indagini di Lolita Lobosco 2 – come ripercorriamo in questa intervista a Luisa Ranieri (Lolita Lobosco) – lo vediamo specialmente nell’indagine sulla morte del padre Petresine, in cui è coinvolta la malavita. Lolita è disposta a spingersi oltre ogni limite o si pone dei confini da non superare? Come si pone di fronte alle linee di demarcazione tra il lecito e l’illecito? Pensando a Le indagini di Lolita Lobosco 2, in questa intervista Luisa Ranieri spiega che “è una che arriva alle cose e non può aspettare i tempi burocratici della Giustizia”. Di conseguenza, “va con la sua intuizione”. Quindi, “è sempre un po’ borderline, però è una donna che non si arrende: assolutamente.”
Lolita “vorrebbe essere, ogni tanto, abbracciata”, ma “ha paura”
Sul fronte amoroso, Lolita è forse meno emancipata e spirito libero di quello che vuol far credere. Gli sviluppi in tal senso ne Le indagini di Lolita Lobosco 2 – indaghiamo in questa intervista a Luisa Ranieri – possono comunque far crescere il personaggio? Già nella prima stagione Lolita incarnava tantissimi aspetti della femminilità. A tal proposito l’attrice fa un meraviglioso excursus sull’essenza di Lolita e sulla sua relazione difficile con l’amore. Partiamo dal presupposto che “Lolita è una persona nel senso che è un personaggio che ha mille sfaccettature.” Stiamo parlando di “una donna che non si è emancipata nell’amore perché l’essere umano non si può emancipare dall’amore, nel senso che l’amore ci appartiene.”
Infatti, “siamo, vogliamo tutti essere amati, essere accolti.” Vale anche per lei, “nonostante sia una donna autonoma e indipendente che ha fatto del suo lavoro la sua identità”. Lolita resta “una donna che vorrebbe essere, ogni tanto, abbracciata pur avendo le difficoltà che ha”. Può contare sulla bellezza. Tuttavia, “la complessità di questo personaggio [è] che, pur volendo essere abbracciata, è una donna che non ce la fa a stare con l’altro perché è disfunzionale. Non è una donna capace di darsi fino in fondo. Ha paura.” Queste le parole dell’attrice che ci fanno capire molto bene la dinamica molto complicata.
“Non c’è solo un prototipo di femminile e Lolita Lobosco 2 sicuramente ci insegna che è bello fare squadra”
Lolita conta molto sulla sua amica Marietta, sulla sorella e sulla madre per trovare una quadra sul fronte della vita privata. La solidarietà femminile diventa, così, un pilastro di quella che è la storia di questa fiction. Le indagini di Lolita Lobosco 2, come rivela in questa intervista Luisa Ranieri, rappresenta “un mondo femminile è molto variegato”. Si parte dalla donna che “non vuole crescere mai come Marietta, che è una Peter Pan al femminile”. Si passa poi alla madre della protagonista, che è “molto radicata nel passato”. Al tempo stesso “ha il seme del futuro dentro di sé, nel senso che lei non lo sa, ma in fondo è una madre che voleva essere moderna e un po’ l’ha passato alle figlie”. Ne Le indagini di Lolita Lobosco 2, come ribadisce in questa intervista Luisa Ranieri, “poi abbiamo tutto il resto del mondo femminile che accompagna Marietta come la sorella e altri personaggi. Sono dei personaggi che sono varie sfaccettature del ‘femminile’.”
La bellezza di questa fiction è anche la varietà in tal senso. “Non c’è solo un prototipo di ‘femminile’”. Di conseguenza, Le indagini di Lolita Lobosco 2 “sicuramente ci insegna che è bello fare squadra, è bello essere amiche, è bello essere compagne di gioco un po’.”
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