Love Club – la nuova produzione originale Prime Video – è un glitch dell’algoritmo. Creata, recitata e realizzata da persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, il che già di per sé rappresenta qualcosa di unico nel nostro panorama, la serie racconta una Milano periferica e inedita, un po’ clubber e un po’ madre che accoglie tutti i suoi bimbi sperduti nel suo ventre glitterato.
Serie come Love Club siamo stati condizionati a non sognarcele neanche, perché nel mainstream gli spazi di queerness sono centellinati e filtrati dallo sguardo eteronormativo. Love Club è qualcosa di talmente inaspettato – ma non ci auguriamo di irripetibile – che va guardata anche solo per ricordarci che questo genere di progetti esistono e che spettano (anche) a noi.
La serie tv in quattro episodi a matrice antologica porta in scena le vite di Luz, Tim, Rose e Zhang – interpretati da Veronique Charlotte, Rodrigo Robbiati, Ester Pantano e Alessio Lu – quattro persone queer che sono accomunate dal locale che frequentano: il Love Club, caposaldo della night-life meneghina a un passo dal fallimento. Ciascuno dei protagonisti affronterà un percorso trasformativo che li porterà ad asserire la propria visibilità e la propria esistenza.
Zhang sogna di esibirsi in drag ma per farlo deve trovare la forza di affrontare un compagno violento. “Essere uno dei volti di questo progetto è un motivo di grande orgoglio per me. L’Italia sul fronte rappresentativo è più arretrata di altri Paesi? Senz’altro, ma è anche più avanti di molti altri come per esempio la Cina” afferma Alessio Lu.
“La politica in Love Club è rappresentata dalle stesse vite dei personaggi: il fatto che loro esistano e non si nascondano è di per sé un atto politico – afferma il regista Piredda – perché la politica urlata non è il nostro stile, preferiamo parlare a chi non ci conosce e suggerire le domande giuste da porsi, anziché le risposte da avere in tasca”.
In apertura di post trovate la video intervista completa ad Alessio Lu e Mario Piredda per Love Club, in streaming ora su Prime Video. A questo link trovate invece la video intervista a
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