Made In Italy è una storia vera?
Qual è la storia vera di Made In Italy e perché guardarla su Canale 5 dal 13 gennaio 2021? Stiamo parlando della prima serie tv sulla moda italiana raccontata fedelmente attraverso le storie dei suoi più grandi protagonisti.
Creata da Camilla Nesbitt e diretta da Luca Lucini e Ago Panini, Made In Italy debutta per la prima volta lo scorso 23 settembre 2019 in streaming su Prime Video. A partire invece da mercoledì 13 gennaio 2021 è pronta ad approdare in chiaro su Canale 5 per quattro imperdibili serate.
La storia ha inizio in un’affascinante e contraddittoria Milano gli anni Settanta. Un periodo di conflitti, impegno politico ma anche di tanta creatività e voglia di riscatto.
A fomentare il desiderio di innovazione e cambiamento non sono soltanto le rivolte studentesche, ma soprattutto la necessità di rinascere e sentirsi diversi con uno stile più moderno e in linea con i tempi.
E Made in Italy riesce proprio ad evocare quell’atmosfera dato che, per la prima volta in Italia, vengono utilizzati i costumi originali dell’epoca grazie alle grandi firme della moda che hanno aperto i loro archivi offrendo per le riprese preziosi abiti e accessori.
Ad aver aperto e condiviso i propri ricordi con i creatori di Made in Italy, però, è anche un altro influente personaggio della moda degli anni ’70: la giornalista Franca Sozzani.
Made in Italy dedicato a Franca Sozzani?
Presentata nel 2017 da Taodue con il titolo di Front Row, la stesura del progetto incontra sin da subito le preziose testimonianze di Franca Sozzani, celebre redattrice di Vogue Italia scomparsa lo scorso dicembre 2016.
Dopo aver redatto il periodico per ben 28 anni, affrontando spesso argomenti controversi come razzismo, chirurgia plastica e tossicodipendenza, l’iconica e potente figura di Franca Sozzani condivide le sue conoscenze con i creatori di Made in Italy fungendo così da grande ispirazione per il progetto. Seppur non si tratti della sua biografia, come si evince dalla fine di ogni episodio la serie tv è idealmente dedicata a lei.
A spiegarlo è anche la stessa Camilla Nesbitt che in alcune note di regia aggiunge: “Per ultimo il mio ricordo va a Franca Sozzani, carissima amica e figura fondamentale della moda italiana, i cui aneddoti e racconti sono stati raccolti dagli sceneggiatori della serie prima che ci lasciasse”.
Ispirandosi ai suoi racconti sull’ascesa di Milano come capitale mondiale della moda, i creatori di Made in Italy danno vita ad Appeal, redazione gestita da un gruppo di personaggi appassionati pronti ad incontrare i grandi nomi della moda milanese degli anni Settanta.
Irene Mastrangelo storia vera
Addentriamoci nell’esaltante evoluzione stilistica raccontata nella storia vera di Made in Italy. Armani, Valentino, Missoni, Albini, Ferré sono solo alcuni dei grandi nomi divenuti simbolo della moda italiana, i primi ad avere avuto il coraggio di osare con la loro impronta indelebile.
Ad incontrarli nella storia della moda di Milano è il personaggio di finzione Irene Mastrangelo, giovane e determinata redattrice interpretata dalla attrice e modella Greta Ferro.
“A metà degli anni ’70 una nuova generazione di stilisti italiani di grande talento è stata in grado di emergere a livello globale ed è diventata il simbolo dello spirito imprenditoriale innovativo italiano”, afferma Camilla Nesbitt nel corso di un’intervista rilasciata a Variety.
“Questo viaggio sarà visto attraverso gli occhi di una giovane giornalista che si unisce a una rivista di moda”, conclude la creatrice della serie.
Nella fiction è proprio il personaggio di Irene ad immergersi e diventare protagonista dei cambiamenti della moda italiana pronta a sfidare il predominio dell’Haute Couture francese fino ad allora considerata inattaccabile.
Grazie infatti al fortuito incontro con Rita Pasini, qui interpretata da Margherita Buy, Irene riesce ad ottenere un posto di assistente redattrice nella prestigiosa rivista di moda Appeal, scontrandosi però con il padre che avrebbe preferito che si concentrasse sugli studi.
Il suo lavoro la porta così a conoscere noti personaggi della moda realmente esistiti come Ottavio Missoni (Enrico Lo Verso), Elio Fiorucci (Stefano Fregni), Krizia (Stefania Rocca), Walter Albini (Gaetano Bruno) e ancora Giorgio Armani (Raoul Bova), Gianfranco Ferré ( Silvio Cavallo) e tanti altri ancora.
Made In Italy però non è solo moda, ma anche costume e società. Parliamo di elementi di un periodo segnato dalla liberazione sessuale, ma anche dal terrorismo e dalla diffusione della droga.
Seppur affrontati in maniera leggera, la serie con protagonisti Margherita Buy, Raoul Bova, Stefania Rocca, tra i tanti, ci porta davvero indietro nel tempo fino a raggiungere gli anni d’oro del Bar Basso Milano, e quelli in cui giornalisti battevano a macchina con alle spalle i ritagli dei giornali appesi alle pareti.
Conosciamo ancora la Milano in cui Armani si presentava per la prima volta con l’immagine di una donna potente e padrona di se stessa, o quella in cui Versace scandalizzava con le sue donne sensuali.
A colpire della fiction è infatti la cura dei dettagli, quelli presenti ad esempio nelle insegne luminose di Palazzo Carminati in Piazza Duomo, o nelle auto d’epoca in bella vista davanti la Statale. Tutti elementi ricostruiti fedelmente in grado di evocare le atmosfere di quel tempo.
E anche se il racconto della fiction segue quello del personaggio di Irene, l’incredibile storia della nascita della moda italiana non smette mai di essere la vera protagonista.
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