Mare Fuori, Antonio D’Aquino ha rischiato di morire
In una recente intervista, l’attore Antonio D’Aquino noto grazie al successo di Mare Fuori, ha confessato di aver rischiato di morire. Originario di Castellammare di Stabia, Antonio, grazie alla sua famiglia, è riuscito a imparare a distinguere le cose giuste da quelle sbagliate.
“Stavo lavorando con mio cugino su una nave da crociera, impegnato a smontare il motore di una batteria alla quale erano collegati dei fili elettrici che pensavamo fossero staccati. Iniziamo a prendere il cacciavite ma poi arriva di corsa un ufficiale a urlarci di togliere subito le mani da lì perché quella batteria era attiva. Abbiamo rischiato di saltare in aria e il pensiero, ancora oggi, mi fa tremare le gambe”. Nonostante la giovanissima età (24 anni), l’interprete di Milos – sia nella serie che nel musical – è come se avesse vissuto molte vite.
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Forse per via del luogo in cui è cresciuto, Antonio ha accelerato la sua crescita, caricandosi di responsabilità fin da bambino. “Sono nato e cresciuto nel rione Savorito di Castellammare di Stabia, una zona popolare che mi ha fatto diventare quello che sono adesso. Stavo più in strada che a scuola, che spesso marinavo. Con il passare del tempo ho capito, però, quanto l’istruzione fosse importante, ed è per questo che, a 21 anni, ho preso il diploma frequentando lezioni serali. Non volevo restare indietro rispetto agli altri”.
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Da piastrellista a falegname e fabbro, a soli 18 anni Antonio D’Aquino è partito con suo padre a lavorare in crociera per occuparsi dell’aria condizionata sui vari ponti. Dopo quella esperienza, Antonio ha confessato a suo padre che voleva fare l’attore. “Ricordo che mio padre mi copriva al lavoro per permettermi di frequentare il pomeriggio la scuola di recitazione”.
Prima di avere la parte di Milos, D’Aquino era stato reclutato per il ruolo di Edoardo in Mare Fuori, parte poi andata a Matteo Paolillo. Dopo un periodo di silenzio, la produzione ha comunicato all’attore che era stato scelto per Milos. “Mia madre piangeva più di me, mentre ricordo che mio padre mi guardava a capotavola, con la sigaretta in bocca e gli occhi lucidi. Sapevo che era orgoglioso di me, e sapevo che tutto avrebbe voluto tranne che seguissi le sue orme e facessi il suo lavoro”.
Antonio chiude questa bellissima intervista dicendo che come sogni nel cassetto ci sono quello di fare abbastanza soldi da permettere a suo padre di non fare più quel lavoro faticoso. Poter portare sua madre in giro a farle vedere il mondo e far diventare i suoi genitori nonni.
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