Mare fuori, intervista a Matteo Paolillo (Edoardo Conte)
Dopo il debutto di Mare fuori su Rai 2, fiction coprodotta da Rai Fiction e Picomedia, abbiamo il piacere di contattare via videochiamata uno dei protagonisti. Alla luce della messa in onda di Mare fuori nella nostra intervista a Matteo Paolillo che interpreta Edoardo Conte, scopriamo di più su questo progetto per la regia di Carmine Elia.
Il personaggio di Edoardo Conte e il riscatto dalla camorra
Il personaggio di Edoardo in Mare fuori è ricco di chiaroscuri. È un ragazzo di Forcella, un quartiere di Napoli, affiliato da sempre alla camorra. “Come dice Massimo, il comandante nella serie, non è che il figlio di un camorrista deve per forza essere un camorrista però è molto difficile uscire da questo mondo” racconta, alla luce dell’esperienza di Mare Fuori, nella sua intervista Matteo Paolillo. Edoardo ha qualcuno che lo aspetta fuori: è la sua ragazza, in dolce attesa.
È quella di Edoardo a non essere, per nulla, una dolce attesa. È in un carcere di detenzione minorile e ha solo una via per evadere in senso figurato da questa triste realtà: la poesia. Per interpretare il personaggio in Mare fuori in questa intervista Matteo Paolillo ripercorre le diverse tappe che ha percorso. La poesia è il loro punto di contatto e il pretesto per calarsi in una realtà spaventosa che non gli appartiene.
Il significato della sigla di Mare fuori pensata “da Edoardo”
In Mare fuori, come emerge da questa intervista a Matteo Paolillo, l’attore ha un duplice ruolo. Non solo dà vita al personaggio di Edoardo ma scrive e canta anche la sigla della fiction: O Mar For. È in questo contesto – anche al di fuori dal set vero e proprio – che l’interprete si cala nella parte di Conte. “Quando ho scritto questa sigla pensavo da Edoardo” rivela Matteo Paolillo. Il personaggio in questa canzone vuole trasmettere un messaggio di speranza: “non preoccuparti, c’è questo mar for, dietro le sbarre, sotto, c’è il mare fuori.” È una consapevolezza che l’attore ha fatto sua in un momento in cui ci siamo sentiti un po’ tutti – sia pur con le dovute differenze – chiusi dentro quattro mura in piena emergenza Covid-19. La speranza che porta con sé “questa canzone mi è servita tanto durante il lockdown perché pensavo ‘non preoccuparti perché fuori c’è il mare e prima o poi tornerai a vederlo’.”
La visita degli attori a Nisida, il ricordo del profumo e Napoli maestra
L’esperienza di Mare fuori in questa intervista a Matteo Paolillo viene raccontata con grande coinvolgimento e commozione. Gli attori hanno legato tantissimo anche fuori dal set e hanno condiviso un momento forte che porteranno nel cuore. “Durante le riprese, senza dire niente a nessuno” sono andati a Nisida, al carcere di detenzione minorile di Napoli che esiste davvero. “Abbiamo conosciuto i ragazzi detenuti. È stata un’esperienza assurda perché la cosa che ricordo di più è il profumo”, un qualcosa di intenso che non è lì per caso, ma è come se volesse “cancellare la puzza della morte.”
In tutto ciò grande maestra è Napoli, una città che “come dico nella canzone: ‘dicono che hai mille colori però io ho visto solo il grigio’”. Effettivamente i ragazzi del carcere di detenzione minorile vedono solo il grigio, ma coltivano una speranza. Fuori c’è un mare che, prima o poi, torneranno a toccare, vivere e sentire senza sbarre che li separino.
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