MaXXXine, l’ultimo capitolo della saga X di Ti West
Il tanto atteso terzo e ultimo film della saga X di Ti West, MaXXXIne arriva finalmente al cinema, anche in Italia con Lucky Red e Universal dal 28 agosto 2024. Mia Goth torna ad interpretare il ruolo che l’ha resa iconica nel mondo di Hollywood per una storia che mette proprio la città degli angeli al centro e alla ghigliottina, come luogo dove il sogno e il peccato si incontrano.
MaXXXine giunge dopo due film body-horror che hanno identificato Ti West a un suo genere cinematografico. Con X e Pearl il regista e sceneggiatore ha utilizzato il cinema per adulti e l’horror come lenti attraverso cui raccontare una storia all’interno dell’evoluzione del cinema. Il film MaXXXine si discosta nella sua interezza dai sue predecessori: è molto meno horror, ma più splatter e action verso un risvolto parodistico glamour, ricco di citazioni.
La diva del cinema hard arriva a Los Angeles dopo i fatti del Texas, sappiamo che nulla la può fermare verso il suo unico scopo: diventare una star di Hollywood. Finalmente ottiene il suo primo ruolo in un film che non sia porno, si tratta di un horror soprannaturale The Puritan II. Siamo nel 1985, sei anni dopo gli eventi del primo film. Ora Maxine ha un agente, Teddy Knight (Giancarlo Esposito) che gli procura provini. In una città piena di ragazze in cerca di coronare i loro sogni di diventare star del cinema (a Los Angeles tutti vogliono essere attrici), Maxine ottiene la parte dopo aver superato un’audizione e aver convinto la regista Elizabeth Bender, una fredda e impostata Elizabeth Debicki (The Crown).
Ci ritroviamo così in una produzione di un film – The Puritan II -, con protagonista Molly Bennett (Lily Collins). Un progetto scadente che ruota attorno a giovani, bellissimi attori psicopatici e vogliosi di uccidere. Una prima provocazione di West verso il genere horror B-Movie e al suo cinema.
Hollywood a caccia di streghe anni ’80
Maxine Minz, l’antieroina di a24 vive in una Los Angeles dove il pericolo si cela dietro ogni vicolo buio. La città è tormentata da omicidi di giovani donne da parte di un serial killer chiamato Night Stalker che terrorizza la città. Mentre Maxine prosegue la sua missione, L.A. è tartassata da manifestanti che agiscono intorno agli studi cinematografici. Puritani in cerca di satana. Prima si scagliano contro la pornografia, poi contro il cinema horror. Siamo nel 1985, durante l’America di Reagan, a Los Amgeles si scatena una caccia alle streghe, contro il male che si nasconde – secondo i fanatici religiosi – tra la musica rock, il cinema e soprattutto Hollywood. Luogo dove la perdizione divampa. Droga, alcol, sesso, fumo nei locali e luci al neon. Il tutto reso da una fotografia e una scenografia meravigliose realizzate dai fedeli al regista, Eliot Rockett e Jason Kisvarday.
Citazionismo provocatorio
Come X e il suo prequel Pearl , il film MaXXXine offre allo scrittore-regista-editor West un’opportunità per giocare con il genere. Se X era un body horror e Pearl era un melodramma in Technicolor con uccisioni con l’ascia, MaXXXine indossa la pelle di un thriller erotico sexy e squallido degli anni ’80. Ad aggraziare il tutto è sicuramente la musica, adatta al periodo, con l’aggiunta del suono dell’autoradio in stile C’era una volta a Hollywood di Tarantino.
MaXXXine è un film che ha una portata molto più ampia dei primi due. In quegli anni di conservatorismo, lo sporco, l’erotismo, la violenza sulla Hollywood Boulverad (easter egg la stella di Theda Bara) non fanno altro che sottolineare le controversie dell’epoca. Gli effetti sulla popolazione, la voglia di esprimersi e far sentire la propria essenza anche con un abbigliamento sgargiante, riflettono un quadro più ampio del periodo. L’erotismo di Maxime che per campare lavora in più locali dove fa spettacoli privati di Peep-Show erotici, alternato alle manifestazioni dei puritani contro il cinema porno, sembra la risposta di West all’avversione odierna di Hollywood per il nudo.
Tutto questo proiettato nel 1985 trasforma il film in un omaggio ai cosiddetti B-Movie horror dell’epoca diventati oggi dei grandi cult. “La maggior parte dei film che vengono realizzati hanno un budget da B-Movie, ma un’idea da film di serie A”. La regista Bender.
Essendo a Hollywood non potevano mancare le location più iconiche del cinema horror. La scena al Bates Motel di Psycho può essere una scelta “piaciona”, ma è congeniale e strutturale alla storia. Maxime durante tutto il primo atto vive dei flashback dei fatti cruenti che ha e vissuto nel primo film. Lo stesso investigatore dal grilletto facile John Labat (Kevin Bacon) che ricatta la ragazza riferendosi agli eventi del Texas, si ritroverà coinvolto davanti alla famosa casa di Norman Bates. Non può esserci un film ambientato negli anni ’80 senza Bacon e credo di aver sentito qualche nota di Footloose in una scena…
Maxine è una ca**o di star
Maxine è un personaggio in cui tanti si possono immedesimare. Lei rappresenta la rivendicazione di qualcuno che è messo in disparte e che vuole far sentire la propria voce in un mondo come Hollywood che è pronto a mangiarti vivo appena ti distrai.
Mia Goth è Maxine, in tutto e per tutto e anche in questo terzo film porta avanti magnificamente con la sua bellezza straniante, i silenzi, gli sguardi e le pose perfettamente adeguate allo spirito e alle vibes del cinema del regista. In contrasto a lei, West sceglie di accostarle tre personalità molto caricaturali. Oltre al già menzionato investigatore di Bacon, si aggiungono due detective di L.A. interpretati da Bobby Cannavale e Michelle Monaghan. Due figure di legge impostate, macchiettate che si alternano in un fazzoletto il ruolo di poliziotto buono e cattivo.
Differenze che vanno a sommarsi con il villain segreto del film che non vediamo mai in faccia fino alla rivelazione finale, ma la camera si focalizza spesso sui suoi guanti di pelle, tipici da serial killer alla Profondo Rosso e un coltello identico a quello di Ghost in Scream.
Con il film MaXXXine Ti West provoca lo spettatore con le piccole scene fatte di metafore. Come possiamo giudicare la scena in cui un imitatore di Buster Keaton minaccia in un vicolo Maxine e la ragazza lo fa spogliare e gli calpesta i genitali? Maxine è una ca**o di star. Hollywood – o più in generale – il mondo del cinema plasma le persone e le consumano. Maxine non ha timore di mutilare o uccidere quando si sente minacciata. Lei ha un solo obiettivo in mente e un mantra che suo padre le ha imposto fin da bambina: “I will not accept a life I do not deserve”.
Lascia un commento