Monterossi approda su Prime Video. Dopo una serie come Vita Da Carlo, esornazione della romanità spassosa e brillante di Carlo Verdone, Prime Video opta per i toni cupi di una Milano patinata quanto tenebrosa per la sua seconda serie originale italiana.
La serie in sei episodi è tratta dai romanzi “Questa non è una canzone d’amore” e “Di rabbia e di vento” di Alessandro Robecchi editi da Sellerio e vede Fabrizio Bentivoglio nei panni del protagonista titolare, un autore televisivo di successo che ritrova fiducia nel proprio codice morale reinventandosi detective. L’operazione di Amazon punta a conquistare il pubblico più generalista.
Un’erosione – quella degli spettatori della televisione lineare – che le piattaforme streaming sembrano voler adottare come strategia principe. Se Netflix è al lavoro sull’adattamento de La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante, nella speranza di replicare il successo de L’amica geniale su Rai 1, Prime Video ambisce al giallo d’autore affidandosi a Palomar, che dal 1999 realizza Il Commissario Montalbano.
Il risultato è suggestivo, la fotografia cattura una Milano inquieta e algida, le più famosi hit di Bob Dylan, cantautore molto caro al protagonista, accompagnano i sei episodi confermando che quello di Monterossi è un progetto studiato nei minimi dettagli e che si prefigge di non avere margine di fallimento. Tutto è giusto, dalle frecciatine all’emotainment (straordinaria Carla Signoris nei panni di Flora De Pisis) alla rappresentazione dei pluralismi che connotano la schiena dritta del protagonista, il quale non manca mai di fare la cosa giusta, nonostante i suoi contorni antieroici.
Monterossi è una serie che si lascia guardare, approfitta della distribuzione in streaming per spingersi un po’ più in là nella materia dei casi di puntata, ma in fondo resta un prodotto destinato ad un pubblico largo che manca del mordente unico e inconfondibile che contraddistingue le produzioni Prime Video.
Difficilmente Monterossi non avrà successo, ma chi scrive non può fare a meno di chiedersi se questa serie non avrebbe potuto osare di più, anziché affidarsi ad una formula ben rodata da un modello televisivo che piattaforme come Prime Video ambiscono a rottamare. La regia è affidata a Roan Johnson (che firma anche le sceneggiature), dietro la cinepresa de I Delitti del BarLume. È un caso che i nuovi episodi della serie Sky, anch’essa prodotta da Palomar, debuttino proprio lo stesso giorno di Monterossi? Questo sì che sarebbe un caso da affidare all’autore tv.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Fabrizio Bentivoglio, Martina Sammarco e Alessandro Robecchi riguardo all’esperienza di Monterossi – La Serie, in streaming a partire dal 17 gennaio su Amazon Prime Video.
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