Nero a metà 3: intervista a Miguel Gobbo Diaz (Malik Soprani)
È al via lunedì 4 aprile 2022 Nero a metà 3: in questa intervista a Miguel Gobbo Diaz, scopriamo cosa attende Malik Soprani, il collega/amico/nemico di Carlo Guerrieri, interpretato da Claudio Amendola. I due professionisti si stimano reciprocamente, ma nel corso del tempo hanno avuto delle divergenze dal punto di vista personale. Come evolve la situazione? Può il ritorno di un fantasma in carne e ossa, Clara, l’ex moglie di Carlo, cambiare tutte le carte in tavola? Ecco cosa abbiamo scoperto.
Trovi il video con l’intervista completa a Miguel Gobbo Diaz (Malik Soprani) all’inizio di questo articolo.
“Più complicità” tra Malik e Carlo e “una bella sorpresa” Claudio Amendola alla regia di (una parte di) Nero a metà 3
Tante novità in Nero a metà 3: in questa intervista a Miguel Gobbo Diaz, ad esempio, scopriamo che questa stagione ci terrà sulle spine, senza la possibilità di perdere un attimo per non perdere anche il filo dell’intricata trama.
Il rapporto tra Malik Soprani – interpretato da Miguel Gobbo Diaz, e Carlo Guerrieri – interpretato da Claudio Amendola – è già evoluto molto nei primi due cicli di episodi. Come procederà ora? Pensando a Nero a metà 3 e alle stagioni precedenti, in questa intervista Miguel Gobbo Diaz racconta che “naturalmente c’è stata un’evoluzione. Come ogni personaggio, [anche Malik] cresce.” In virtù di questo, “adesso si prenderà delle responsabilità per diventare uomo, per diventare grande”. Da un lato vive “un’altra storia d’amore” e, dall’altro, “continua con Alex. Questa è una cosa bella.” Da cane e gatto che erano all’inizio della prima stagione, “con Carlo c’è un rapporto equilibrato. Si rispettano. Naturalmente Malik a volte fa di testa sua, comunque, però c’è più complicità.”
A proposito di complicità, parallelamente come è cambiato il rapporto tra i due co-protagonisti della fiction in questi anni sul set: Claudio Amendola e, appunto, Miguel Gobbo Diaz? L’attore che interpreta Malik spiega che “con Claudio c’è stato un susseguirsi di eventi”. Sottolinea che, essendo il regista dei primi sei episodi di Nero a metà 3 ha avuto modo di vederlo anche sotto un’altra prospettiva. È stata per Miguel Gobbo Diaz “una bella sorpresa da parte”. Una novità apprezzata perché “sta molto attento, ti segue, è pieno di energia. Sa già quello che vuole. È stata un’esperienza diversa e bella.”
Illudere senza volerlo pur di aiutare qualcuno? Inevitabile, “è una ruota che gira”
Guardando all’incipit di Nero a metà 3, in questa intervista a Miguel Gobbo Diaz, commentiamo la presa di posizione di Malik nei confronti di Alba. Sostiene che, aiutandola, non la sta illudendo. Nella vita reale, però, quante volte succede di illudere involontariamente qualcuno? Tantissime… “È una ruota che gira. A volte succede a te. A volte lo fai tu, senza volerlo, ad altre persone. Mi è successo, certo. Magari per aiutare alcune persone, poi è venuto fuori che c’erano altri interessi […]”, contestualizza l’attore, ma sono conseguenze senza intenzionalità.
Andare oltre i limiti: quando il fine giustifica i mezzi
Pur di aiutare Alba in Nero a metà 3 – come ripercorriamo in questa intervista a Miguel Gobbo Diaz – Malik è disposto anche a superare dei limiti, nel senso che mente alla sua ragazza, in primis. Poi agisce senza permessi – come avrebbe fatto Carlo prima di diventare Commissario… Il fine giustifica i mezzi, in alcuni casi? “Sì, secondo me sì. Recentemente qualcuno ha fatto – penso – l’azione più famosa della Storia [nella notte degli Oscar 2022, NdR]. A volte è giustificato, a volte no. Dipende sempre dal modo e, naturalmente, quando c’è amore – perché comunque qua si parla di amore – si fanno cose pazze, come ha detto qualcuno come un grande come Will Smith ed è vero. Quindi, a volte, se è fatto con amore il fine giustifica il mezzo”, racconta Miguel Gobbo Diaz.
Tornando a Nero a metà 3, ti lasciamo con un dubbio che a noi è venuto. Se è in nome dell’amore che il fine giustifica i mezzi e Malik sta aiutando Alba, che scocchi ancora la fiamma tra i due?
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