No Man’s Land, una storia che viene da lontano
“Il mistero della morte di mio padre mi ha tormentato per anni” ha raccontato Maria Feldman, co-creatrice di No Man’s Land. La produttrice israeliana, già dietro al successo di False Flag, ha attinto al proprio trauma familiare per ideare la serie al debutto domenica 22 novembre su Starzplay.
“Mia nonna mormorò ‘L’hanno ucciso, è stato un agguato, sono tutti colpevoli‘” rammenta Feldman della misteriosa scomparsa del padre, avvenuta all’inizio degli anni Novanta durante il crollo dell’Unione Sovietica. “Avevo quasi diciassette anni, e mi accingevo ad immigrare in Israele. Nel giro di pochi mesi avrei lasciato quel paese al dissesto e la mia famiglia in frantumi” aggiunge Feldman, che ricorda la promessa che fece a sé stessa: “Mi dissi che sarei tornata a Mosca per scoprire cosa fosse successo davvero”.
“La mia coscienza sapeva che mio padre era morto, ma il mio subconscio si rifiutava di accettarlo” specifica la co-creatrice di No-Man’s Land.
Il protagonista della serie ambientata nel 2014, Antoine, vive uno stato interiore analogo a quello descritto da Feldman. Il personaggio interpretato da Félix Moati è un giovane parigino affermato ma afflitto dal senso di colpa per la morte della sorella Anna (Melanie Thierry), avvenuta due anni prima in circostanze sospette.
Quando Antoine si convince di aver scorto Anna nelle immagini di un telegiornale, Antoine parte alla volta della Siria nel tentativo di svelare il mistero della sorella, la quale fu data per morta a seguito di un attentato terroristico al Cairo. Giunto in Medio Oriente,
Antoine finisce per unirsi ad un’unità di combattenti curde, le YPJ (Yekîneyên Parastina Jin, cioè l’Unità di Protezione delle Donne) che costituiscono la minaccia principale dell’ISIS, guidate da Sarya Dogan (Souheila Yacoub).
Souheila Yacoub: “La mia prima reazione? Ero spaventata”
“Quando ho letto il copione per la prima volta ero spaventata, perché era qualcosa di cui non sapevo davvero niente” racconta con candore Souheila Yacoub a Tvserial.it . Per calarsi nel personaggio di Sarya, la ventottenne attrice svizzera ha dovuto abbandonare alcuni preconcetti. “Mi ero fatta un’idea completamente sbagliata” ammette Yacoub, che confessa: “Credevo che le combattenti fossero delle ragazze cool che le suonavano agli uomini un po’ come Lara Croft, ma non è assolutamente così”.
Le donne che combattono nelle YPJ “Sono delle giovani donne, della mia età o più piccole” riflette Souheila Yacoub, visibilmente emozionata mentre ne parla. “È toccante vederle perché non hanno paura di morire, c’è così tanto amore, rispetto nella loro cultura” continua l’attrice.
Per l’interprete si Sarya, è un onore portare le vicende delle combattenti al pubblico globale tramite No Man’s Land. “Non si tratta di un conflitto che riguarda i combattenti curdi e l’ISIS, ma tutto il mondo” ribadisce Yacoub, che nella sua interpretazione si era ripromessa una sola cosa: “Rendere giustizia al popolo curdo”.
Félix Moati: “Io e Antoine, accomunati dall’ossessione”
“Come Antoine, anche io sono una persona che tende all’ossessività” racconta Félix Moati a Tvserial.it. “Lui è tormentato dalla convinzione che sua sorella non sia davvero morta, e soltanto con questa convinzione prende e va in Siria” spiega l’attore, che aggiunge di essersi commosso per la determinazione del suo personaggio, pronto a tutto pur di non arrendersi all’idea che la sorella Anna sia davvero morta.
C’è di più. “Antoine si lascerà coinvolgere in cose più grandi di lui” anticipa Moati, che motiva questa decisione del suo personaggio: “Arrivato in Siria, lui scoprirà la realtà delle combattenti donne e della causa curda e non si tirerà indietro”.
Sul perché serie come False Flag, Fauda e oggi No Man’s Land siano in grado di attirare un pubblico globale raramente esposto storie non-occidentali, Félix Moati offre la propria spiegazione. “Penso che gli israeliani siano molto bravi in questo versante perché sono abituati a combinare le loro vite private con problemi più grandi di natura geopolitica, perché vivono in una parte del mondo che non conosce pace” osserva l’attore, che si augura che questa serie apra maggiormente gli occhi degli spettatori sul coraggio delle combattenti curde.
Oltre al successo riscosso in patria, dove No Man’s Land ha esordito a settembre, il riconoscimento più sorprendente da Félix Moati è arrivato da un pubblico insperato: i suoi genitori. “Di solito non guardano i film che giro, ma questa serie è esattamente il genere che piace a loro” racconta divertito l’attore. “Il fatto che si siano divertiti seguendo la mia serie mi ha reso orgoglioso” ammette Moati, sorridendo.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Félix Moati e Souheila Yacoub riguardo all’esperienza di No Man’s Land, disponibile in streaming su Starzplay ogni domenica a partire dal 22 novembre.
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