Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gian Marco Tognazzi) e Claudio (Giampaolo Morelli) tornano in Non ci resta che il crimine – La serie, dal 1° dicembre su Sky e Now. La prosecuzione della fortunata saga cinematografica ritrova i suoi protagonisti alle prese, stavolta, col 1970 e il Golpe Borghese.
Cambiare il corso della storia comporta conseguenze serissime che in questo caso assumono i contorni di un’eversione destrorsa. Come sarebbe stata l’Italia se il Golpe fosse andato a buon fine? A questa domanda – con una sana dose di autoironia – prova a rispondere la serie diretta da Massimiliano Bruno e Alessio Maria Federici, ricordando allo spettatore quanto sia preziosa la democrazia.
Moreno è da sempre il più cinico dei protagonisti della saga, il più disilluso e il più attaccato ai beni materiali. Con la battuta al vetriolo che chiude ogni discorso, è la rappresentazione qualunquista che però, per la maggior parte delle volte, ci azzecca. Quasi ossessionato dall’idea di “svoltare”, Moreno si getta a capofitto in epoche che non capisce e non vuole conoscere alla ricerca del piano perfetto per arricchirsi. Distaccato e apparentemente freddo, nutre però affetto sincero nei confronti della “banda”, che considera un po’ come una seconda famiglia.
In questa nuova avventura nel 1970, però, il suo cinismo verrà messo a dura prova, e la prova si chiama Matilde (Sara Baccarini, La cena perfetta), anche lei membro del collettivo comunista che ospiterà i protagonisti nel 1970.
In apertura di post trovate la video-intervista completa a Marco Giallini, mentre qui trovate quelle a Massimiliano Bruno e Alessio Maria Federici, a Gianmarco Tognazzi e Giampaolo Morelli e quella a Maurizio Lastrico e Liliana Fiorelli. Non ci resta che il crimine – La serie è su Sky e Now dall’1 dicembre.
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