Non mi lasciare: intervista a Vittoria Puccini (Elena Zonin)
Dopo averla intervistata al FeST 2019 in merito a Il Processo e in videochiamata su La fuggitiva, noi di Tvserial.it abbiamo il piacere di scambiare nuovamente quattro battute con una delle attrici più amate del piccolo e grande schermo italiani. É tempo di una nuova fiction: Non mi lasciare. In questa intervista a Vittoria Puccini, interprete della protagonista Elena Zonin, scopriamo di più sulla serie e sul suo personaggio.
Trovi il video con l’intervista completa a Vittoria Puccini (Elena Zonin) all’inizio di questo articolo.
I reati contro i bambini: il delicato lavoro che sta dietro all’approccio di questo tema
Elena Zonin (Vittoria Puccini) è una poliziotta specializzata in crimini informatici e, in particolar modo, in reati contro l’infanzia. È la protagonista di Non mi lasciare e, in questa intervista a Vittoria Puccini, emerge il lavoro che sta dietro all’approccio di un tema così delicato. “Chiaramente siamo stati seguiti durante la lavorazione da dei poliziotti con i quali abbiamo parlato tanto”, racconta l’attrice. Non è un argomento qualunque. “Ci siamo documentati: è una tematica molto molto forte, importante perché le vittime sono dei bambini, dei ragazzini molto molto giovani.”
Lo spartiacque di ciò che “generalmente è inaccettabile, difficile da digerire, quando poi riguarda dei minori lo diventa ancora di più”, continua l’attrice. In questo confronto emerge la sua stima nei confronti di quei poliziotti (“che per me sono proprio degli eroi”), che hanno a che “fare con quel tipo di criminalità ogni giorno”. Il loro lavoro è fondamentale, ma – nella vita reale – sono seguiti da una squadra di psicologi in modo che abbiano il giusto supporto e non crollino emotivamente.
Elena Zonin: una Sherlock Holmes al femminile
Entrando nel cuore di Non mi lasciare, in questa intervista Vittoria Puccini, racconta più da vicino il suo personaggio: Elena Zonin. “È una poliziotta sicuramente determinata, coraggiosa, capace, particolarmente intuitiva che riesce sempre a cogliere dei dettagli, a soffermarsi su dei dettagli che vede solo lei e che risulteranno fondamentali per lo svolgimento delle indagini.”
Non sono in discussione le sue abilità di scandagliare l’animo umano. Sono talmente affinate che, come spiegato dall’attrice, riescono a mettere a fuoco indizi che sfuggono ad altri sguardi attenti. Questa “Sherlock Holmes” al femminile vede ciò che è nascosto, capta il non detto.
Elena entra in empatia anche con i presunti colpevoli
Un altro tassello del personaggio di Elena è l’empatia. È capace di entrare in comunicazione tanto con “le vittime così come con i presunti colpevoli”, spiega Vittoria Puccini. “É come se sviluppasse una sensibilità e un intuito un po’ speciali, un po’ soprannaturali”. Non per questo è perfetta. Anzi… rappresenta la parte conflittuale che esiste in ciascuno di noi. La sua vita è una perenne altalena tra il buon senso e il suo istinto di primo acchito.
I misteri di Elena saranno svelati solo alla fine dell’ultima puntata
Elena non è solo un’abile poliziotta in balìa della continua scelta tra ciò che sente di dover fare e ciò che mette in atto per ottenerlo. In Non mi lasciare, come racconta in questa intervista Vittoria Puccini, emerge anche “una donna con delle fragilità, con delle insicurezze, con delle paure, con dei misteri che nasconde dentro di sé che nessuno degli altri personaggi conosce, che anche il pubblico conoscerà solo alla fine dell’ultima puntata”.
Intanto, nel corso degli episodi, noi spettatori abbiamo modo di conoscere anche l’Elena più fragile, quella che “ci parla” di più perché “nessuno di noi è perfetto. Nessuno di noi non ha mai paure, ma abbiamo a che fare con le paure, con le difficoltà tutti i giorni della nostra vita e anche Elena ha a che fare con questo.” Con il procedere “di questa storia imparerà a guardarle, a trovare il coraggio di guardarle e di elaborarle per cui non si farà schiacciare dalle sue paure, ma andrà avanti.” Così come facciamo noi, giorno dopo giorno.
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