Oppenheimer, la recensione del film più ambizioso e necessario di Christopher Nolan
Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un film thriller storico girato in IMAX che scaraventa il pubblico nell’adrenalinico paradosso dell’enigmatico uomo che per salvare il mondo è costretto a metterlo a rischio.
Il complesso e realistico ritratto di J. Robert Oppenheimer, il “padre della bomba atomica”, realizzato da Nolan, è un brillante risultato sia a livello formale che concettuale. A seguito del flop di Tenet, il regista aveva tanto da farsi perdonare.
Dopo aver scritto la sceneggiatura nell’estate 2021, Nolan ha ottenuto immediatamente l’ok da Universal Pictures, per la loro prima collaborazione. È così iniziata una missione creativa che in qualche modo ricorda il Progetto Manhattan, con un gruppo di straordinari talenti, guidati da una mente unica, che si riuniscono in angoli remoti del mondo, per affrontare la produzione di un grande progetto che ha messo a dura prova il loro indiscutibile talento.
“Il mondo cambierà per sempre”. Questo è il dramma della genialità, l’arroganza e l’errore, sia individuale che collettivo che racconta il film. La vita del fisico teorico americano che contribuì alla ricerca e allo sviluppo delle due bombe atomiche rilasciate su Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il mondo cambierà per sempre
“Prometeo rubò il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini, ma capendo che l’uomo non era in grado di controllare questo potere, cercò di avvertirlo dei suoi pericoli, suscitando l’ira di Zeus che lo punì per l’eternità”. Così inizia il film Oppenheimer che – senza timore – posso definire il miglior film, necessario e ambizioso del regista britannico. L’opera d’arte di Nolan è basato sul libro “American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer”. L’autorevole biografia del 2005 scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin.
Dopo la visione di Oppenheimer ci vorranno almeno 10-15 minuti per riprendersi dopo tre ore simili ad un rollercoaster di vibrati che puntano direttamente alla bocca dello stomaco. Un film pieno di distruzione esterna – come tutti la conosciamo -, ma soprattutto interna, che non tutti conoscono.
Il mondo è brutale e il cinema è meraviglioso. La paura delle tre ore c’è all’inizio, ma più scorrono i minuti, più si rimane rapiti dalle immagini, e su tutto dai suoni. Una cosa che contraddistingue i film del regista di Inception sono gli effetti sonori e il suo missaggio impeccabile. Tra realismo dei silenzi dell’onda d’urto e qualche tratto al limite del jump scared.
Fisica e metafisica che dopo Inception e Tenet, tornano in una realtà terrena e tangibile, più vicina, che fa ancora più paura. Dentro ai libri, nelle università, nei laboratori e nel centro di Los Alamos. Oppenheimer è un film che sconvolge dentro, con riflessioni che sono talmente centrate e angoscianti da togliere il respiro.
Il potere della creazione, la maledizione del sapere e del suo utilizzo, terribile e brutale da parte del mondo.
La storia segue Oppenheimer, interpretato dal sublime Cillian Murphy (Peaky Blinders). Lo vediamo nel corso di vari decenni, a partire dagli anni ’20. Il film tocca traguardi personali e professionali, le controversie che lo perseguitarono, gli attacchi anticomunisti che lo misero quasi in rovina. Le amicizie e le relazioni che lo aiutarono e tormentarono. Ha una relazione con un’attivista politica di nome Jean Tatlock (Florence Pugh). In seguito si sposa con la seducente Kitty Harrison (Emily Blunt), da cui avrà due figli.
Il senso di colpa e martirio
Per evidenziare la complessità del senso di colpa umano, Nolan ha suddiviso il film in sezioni disposte in filamenti che si intrecciano. Fissione e fusione che si alternano con un montaggio che rimescola la cronologia degli eventi. Editing anche qui da Oscar pulito, che è la chiave di tutto il film, orchestrato divinamente con frame impattanti spalmati per tutto il film. Ma alla fine tutti i pezzi della storia vengono assemblati e permettono allo spettatore di capire (a differenza di Tenet).
Lavorando con il suo superbo direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, Nolan ha girato in pellicola da 65 millimetri (proiettata in 70 millimetri), un formato che aveva già utilizzato per creare quel senso di monumentalità cinematografica. Climax e dialoghi al limite della tachicardia, il tutto proiettato verso una disgregazione della società contemporanea, dove tutto ebbe inizio: la corsa agli armamenti.
Niente CGI. “Christopher Nolan non ha fatto esplodere una vera bomba atomica in New Mexico per le riprese di Oppenheimer”. Nolan ha subito messo un limite: convinto di preferire un’estetica fatta di elementi, il regista ha chiarito che non ci sarebbero state immagini generate in digitale. Il regista ha riempito il film di nomi stellari del cinema. Matt Damon, Robert Downey Jr. Rami Malek, Josh Hartnett, Kenneth Branagh, Gustaf Skarsgård e Tom Conti nei panni di Albert Einstein. Nonostante una lista senza precedenti, il protagonista Cillian Murphy tiene la scena sempre per tutta la durata del film.
La virtuosità della pellicola è evidente in ogni inquadratura, ma questa è una regia priva di auto-glorificazione. Gli argomenti importanti possono spingere i grandi autori con buone intenzioni a sopraffare la storia.
Nolan evita questa trappola allargando continuamente il film in un contesto più ampio, specialmente nelle parti in bianco e nero. Una sezione dedica all’udienza per il rilascio di una autorizzazione di sicurezza nel 1954, una caccia alle streghe che danneggiò la reputazione di Oppie. La seconda segue la conferma nel 1959 di Lewis Strauss (Robert Downey Jr.), ex presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti, nominato per una posizione di gabinetto.
Queste sequenze in bianco e nero rischiano di essere troppo lunghe, e a tratti in questa parte del film sembra che Nolan si stia lasciando troppo coinvolgere. Tuttavia, è qui che le complessità dell’opera e tutti i suoi frammenti convergono finalmente, mentre Nolan dà gli ultimi ritocchi al suo ritratto di un uomo che ha contribuito a un’epoca di scoperte scientifiche radicali. Un uomo che ha rappresentato l’intersezione tra scienza e politica, incluso il suo ruolo di spettro comunista, ed è stato trasformato dal suo ruolo di creatore di armi di distruzione di massa. Il tutto, però, mettendo subito in chiaro l’allarme sui pericoli di una guerra nucleare.
“Ora sono diventato la morte, il distruttore di mondi”. Come ci ricorda Christopher Nolan, il mondo si è rapidamente spostato dagli orrori della guerra per abbracciare la bomba. Ora anche noi siamo diventati la morte, i distruttori di mondi. E nulla è più horror e spaventoso del vedere le persone gioire di fronte alla diffusione di un potere che potenzialmente potrebbe distruggere l’intero pianeta.
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