“Ho visto ieri sera che è esiste una serie tedesca sui Germani in cui i Romani parlano in latino” raccontava Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, durante la presentazione di Romulus tenutasi in occasione del Festival del Cinema di Roma qualche settimana fa. Il riferimento implicito è a Barbari di Netflix, la serie sulla Battaglia di Tetoburgo. “Mi è parsa una cosa piuttosto semplice”, ha aggiunto divertito Tozzi, “Perché chiunque può fare una serie in latino: ma in protolatino l’abbiamo fatta soltanto noi”.
C’è molto di cui andare fieri in Romulus, la serie ideata da Matteo Rovere al suo debutto televisivo. Applicando alla leggenda immortale un lavoro estensivo di ricerca storico-archeologica, il racconto sovverte lo schema del mito fondativo di Roma e porta in scena le vite, le lotte e gli istinti dei popoli a sud del Tevere nell’ottavo secolo avanti Cristo.
Girata in protolatino e proposta al pubblico su Sky e NOW TV con sia in versione originale con sottotitoli in italiano che doppiata, la coproduzione Sky, Cattleya e Groenlandia costituisce una versione contemporanea del peplum italiano, il genere cinematografico delle produzioni storiche in costume. Al pubblico è restituita la cifra stilistica di Sky.
Alto valore di produzione, il talento degli autori più affermati dietro la cinepresa e davanti, quello dei talenti emergenti: il risultato è un prodotto “largo”, come lo definisce Nicola Maccanico, executive vice president di Sky Italia, capace di rivolgersi ad un pubblico molto ampio mantenendo fermo il punto sulla qualità.
“Da attore ti viene proposta una sfida enorme, con pochissimi riferimenti di qualcuno che si è cimentato in un progetto simile in passato” spiega a Tvserial.it l’interprete di Yemos Andrea Arcangeli, che aggiunge: “Quindi, a quel punto la accetti: come altro puoi pensare di affrontarla?”. Erede al trono di Alba Longa insieme al fratello gemello Enitos (Giovanni Buselli), Yemos, si ritrova tradito dallo zio Amulius (Sergio Romano). “Costretto a fuggire per scappare dalla congiura, Yemos si troverà da solo nel bosco e sarà costretto a trovare il modo di cavarsela da solo” anticipa Arcangeli.
Amulius è il padre di Ilia, rinchiusa nel tempo di Vesta dall’età di sei anni e legata da un grande affetto per Enitos. “Ciò che mi ha colpito maggiormente di Ilia è stata la sua fragilità” racconta la sua interprete Marianna Fontana a Tvserial.it . “Nonostante lei ricopra un ruolo molto importante per l’epoca, cioè quello di sacerdotessa, Ilia è un personaggio femminile molto forte vive un contrasto interiore altrettanto intenso”. Sulle sorti del suo personaggio, Fontana aggiunge: “Ilia si ribellerà e prenderà in mano il suo destino”.
Nel frattempo, uno schiavo di Velia di nome Wiros affronta la prova più ardua: sopravvivere, insieme agli altri “Luperci”, per sei mesi in un bosco che si dice essere infestato da spiriti malvagi e da Rumia, la signora dei lupi. “Il mio percorso e quello di Wiros sono paralleli” commenta l’attore Francesco Di Napoli a Tvserial.it . “All’inizio, non mi sentivo all’altezza di questo progetto, proprio come Wiros quando viene deriso dai suoi compagni all’accampamento” spiega Di Napoli. “Con l’aiuto di Andrea, dei registi e con gli attori, abbiamo avuto modo di affrontare le nostre insicurezze” conclude l’interprete di Wiros.
Più che di formazione, quello di Romulus è un racconto di emancipazione come lo ha definito Guido Iuculano, sceneggiatore della serie insieme a Filippo Gravino e a Matteo Rovere. Nell’arco dei dieci episodi diretti da Rovere, Michele Alhaique e Enrico Maria Artale, i destini di Yemos, Ilia e Wiros si intrecceranno in quest’epica che rappresenta qualcosa di mai visto prima nel panorama televisivo italiano.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Andrea Arcangeli, Marianna Fontana e Francesco Di Napoli riguardo all’esperienza di Romulus e ai paragoni con Il Trono Di Spade.
Romulus è in onda ogni venerdì a partire dal 6 novembre su Sky Atlantic, on demand e in streaming su NOW TV.
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