Scatola Nera: intervista a Alessandro Betti (Tobia) e a Elia Castangia (regista)
Dal 6 giugno 2024 arriva su Serially Scatola Nera. Di seguito, trovi l’intervista a Alessandro Betti, l’attore che interpreta il protagonista Tobia. È l’autore della pièce comica che la compagnia porta in scena e colui che ha l’idea di ritirarsi tutti insieme in un luogo isolato della campagna per concentrarsi al meglio, ma le cose non vanno come previsto. Insieme a lui, c’è anche Elia Castangia, vale a dire il regista. La serie approda su Serially con la prima e la seconda stagione. Quest’ultima si intitola Nella Scatola Nera. La serie è un progetto particolare e chi meglio del regista può raccontarci i dettagli?
Trovi il video con l’intervista completa a Alessandro Betti (Tobia) e a Elia Castangia (regista) all’inizio di questo articolo.
Tobia, un personaggio sfuggente e con molte ombre: “quello che si vede (forse) non è esattamente quello che è”
Come accennato e come ripercorriamo in questa intervista a Alessandro Betti su Scatola Nera, Tobia è il protagonista. Nella fattispecie, “è il capocomico che scrisse – anni prima – questa commedia. Lui ha deciso di riportarla in scena e di trovarsi in questo casale dove riallestiscono questo spettacolo”. Questa figura si inserisce all’interno di un contesto specifico. “Sono tutti personaggi che hanno sfaccettature molto diverse”, racconta l’attore. Tobia “ha avuto una relazione con la regista dello spettacolo”.
Il motivo per cui ha deciso di rimette in piedi la pièce “si scoprirà poi, vedendo la serie […] anche per un problema che lui ha. [È un] problema – diciamo – fisico, di salute, che – forse – è un orologio, qualcosa che gli mette una pressa per portare – forse – a termine un’idea che lui ha in testa”, svela l’interprete.
Tobia mette alla prova le apparenze, così come tutti gli altri personaggi. “È un personaggio sfuggente. Forse non è così – non dico negativo – ma oscuro come può sembrare, però è indubbiamente un personaggio con molte, molte ombre. È una cosa che caratterizza un po’ tutti [i personaggi] perché quello che si vede (forse) non è esattamente quello che è”. Non è un caso che questa serie si chiami Scatola Nera, infatti.
Lasciamo la parola al regista sul titolo.
Il significato del titolo della serie: Scatola Nera
A proposito del nome dato alla serie, c’è tanto da dire. Cos’è “Scatola Nera” per il regista? In questa intervista Elia Castangia ce lo spiega, partendo dall’inizio. “Quando cercavamo il titolo della serie abbiamo molto pensato a questo tema del teatro. La prima stagione, poi, vive in alternanza – come diceva Ale – tra lo spazio dove loro provano lo spettacolo – che è una sorta di flashback – e il tempo reale – che è quello della rappresentazione dello spettacolo”.
Scatola Nera è un’espressione che consente diverse interpretazioni. “Sicuramente ci piaceva un po’ il gioco di parole”. Da un lato c’è “la scatola nera dell’aereo – quindi il punto dove puoi trovare i segreti, puoi trovare – diciamo – l’origine anche un pochino del comportamento dei nostri personaggi”. Dall’altro non si può non notare “l’analogia con la scatola nera di quando viene consegnato un palco per la messa in scena di una rappresentazione. È vuoto e viene chiamato in gergo ‘scatola nera’”.
Questo principio si applica sia alla prima sia alla seconda stagione, con qualche differenza. “La prima stagione si svolge, quindi, in questo dualismo tra realtà vera e il palcoscenico. In realtà, anche Nella Scatola Nera ha lo stesso principio narrativo. Noi vediamo i personaggi che vivono nella vita quotidiana e, al posto del palcoscenico, c’è questa caserma dove loro vengono interrogati, che – a suo modo – è un’altra sorta di palcoscenico. Quindi, di nuovo, il tempo presente è la rappresentazione: in un caso professionale perché loro fanno il loro lavoro di attori. Nel secondo caso, quindi, dentro Nella Scatola Nera è una rappresentazione più – diciamo – per ragioni personali che non professionali”, spiega il regista.
Tobia in Scatola Nera e ne Nella Scatola Nera: “due anime della stessa persona”
Fa parte dell’essenza del mestiere attoriale comprendere le sfaccettature del personaggio che si interpreta, in tutta la sua complessità. A volte, si può entrare più o meno in sintonia con esso. In merito a Scatola Nera – indaghiamo in questa intervista – per Alessandro Betti questa empatia cambia tra la prima e la seconda stagione? “È difficile [dirlo], nel senso nella prima stagione c’è la parte un po’ più comedy. Quindi, per la maggior parte di noi che vengono anche da un mondo legato alla comicità – come dire – abbiamo lavorato su delle corde che conosciamo bene e a cui siamo abituati”. Invece “la seconda [stagione] è la parte più crime. La fortuna, quando si ha la possibilità, è di riuscire a lavorare sui diversi timbri”. In definitiva, conclude Alessandro Betti, “sono due anime della stessa persona”.
Com’è nata l’idea di Scatola Nera e il consiglio particolare di Elia Castangia per una visione al top
Scatola Nera è una serie sui generis, nel senso che è una serie antologica, ma c’è un collegamento tra la prima e la seconda stagione. Non è un’idea banale, della quale andiamo alle origini grazie alle dichiarazioni di Elia Castangia. “Nasce come progetto totalmente indipendente. È difficile, però – al contempo – è anche stato stimolante. Quindi abbiamo pensato di fare un racconto che – comunque – si chiudesse in due stagioni per rispetto del pubblico.” L’idea dal punto di vista narrativo era: “raccontiamo due momenti con al centro un evento. Quindi c’è una morte. È per questo – forse – anche che la prima stagione è più comedy, perché nella seconda stagione, essendoci un cadavere di uno degli otto personaggi della prima, è anche difficile perdersi via a ridere”. Ha perfettamente senso!
La chicca finale sta nel consiglio dell’ordine di visione. Il regista suggerisce “di vedere prima Nella Scatola Nera”, vale a dire la seconda stagione, e poi la prima. Come mai? Lo affascina il fatto che “uno che non ha visto nessuna delle due stagioni e parte dalla seconda stagione, si ritrova un omicidio inspiegabile. Vivi – diciamo – molto thriller insieme a una parte di drama. Dopo, invece, quando guardi Scatola Nera, vedi cosa c’era all’origine.”
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