Sciopero attori e sceneggiatori, quali sono le conseguenze per il cinema e le serie tv
Dopo il WGA degli sceneggiatori, anche gli attori di Hollywood sono scesi in piazza a sostenere lo sciopero contro le case di produzioni.
Definito double strike, lo sciopero in atto negli Stati Uniti potrebbe avere delle conseguenze importanti sul futuro dell’industria dell’intrattenimento per i prossimi anni. Prima di parlare di quello che verrà, molti si sono chiesti quali sono le motivazioni di questo sciopero.
Perché gli sceneggiatori scioperano?
I primi passi sono stati mossi dal sindacato degli sceneggiatori, il Writers Guild of America (WGA), nel sostenere migliori condizioni contrattuali. La risposta di rifiuto da parte delle majors e delle piattaforme di streaming ha scatenato una reazione di protesta. Il tutto sta paralizzando da mesi l’intero reparto di scrittori di Hollywood. Uno dei punti su cui il WGA ha fatto richiesta specifica è il modello economico dedicato al lavoro occasionale. Senza garanzie per gli sceneggiatori.
Inoltre, il sindacato accusa che con l’avvento delle piattaforme streaming, si sono ridotti gli stipendi e il personale, senza una giustificazione. Moltissimi scrittori oggi vivono delle vite con una paga sempre più precaria. Infine, ad incrinare ulteriormente questo rapporto è stato l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. Secondo gli scioperanti, le majors potrebbero iniziare ad usare la I.A. non solo per sostituire gli sceneggiatori, ma anche gli attori.
Le due parti in causa sono appunto il WGA per gli sceneggiatori e la Alliance of Motion Picture and Television Producers, per le majors, che dal 2 maggio 2023 sono in contrasto senza aver trovato un accordo. Le conseguenze andrebbero a colpire le produzioni di film e serie tv in corso e, addirittura, far slittare prodotti la cui data è già stata annunciata.
Anche gli attori scioperano
“Quello che succede qui è importante perché quello che sta accadendo a noi sta accadendo in tutti i campi del lavoro, quando i datori di lavoro fanno di Wall Street e dell’avidità la loro priorità e dimenticano i contributori essenziali che fanno funzionare la macchina”. Dal 13 luglio, sono scesi in piazza scioperare anche gli attori membri del sindacato Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (Sag-Aftra). 160 mila lavoratori del mondo dello spettacolo, guidati dall’attrice iconica per il suo ruolo nella sit-com La tata, Fran Drescher. Il suo discorso è già passato alla storia.
Un’adesione da parte di moltissimi volti noti di Hollywood che rivendicano una retribuzione equa e chiedono una regolamentazione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Ai membri del Sag-Aftra è stato ordinato di interrompere qualsiasi lavoro connesso alle produzioni, compresi i red carpet e la promozione del loro lavoro sui social media. La premiére londinese di Oppenheimer di Christopher Nolan è stata anticipata di un’ora per evitare l’inizio dello sciopero, con il cast che se n’è andato durante il film come da annuncio ufficiale. Il rischio ora è rivolto ai festival del cinema in programma nei mesi avvenire, su tutti la Mostra del cinema di Venezia, senza film hollywoodiani, l’interesse del pubblico e della stampa sarebbe decisamente ridotto. Ormai, è evidente che il potere dell’intrattenimento americano influisce su quello globale.
Quali sono gli effetti dello sciopero sulle serie tv e i film?
Secondo il managing director-property and casuality della società di brokeraggio NFP, Ross Garner, lo sciopero potrebbe costare otto miliardi di dollari. Solo nel 2007-2008, gli sceneggiatori scioperarono per tre mesi causando una perdita di due miliardi per l’industria.
Ad accusare il colpo dello sciopero è anche il pubblico, che si vede negata la possibilità di avere prodotti di intrattenimento. Tra i titoli cinematografici più importanti, rischierebbero lo slittamento: Il Gladiatore 2, Mission Impossible – Dead Reckoning parte seconda, Deadpool 3, Beetlejuice 2, Venom 3. Non sono a rischio serie come House of the Dragon, il prequel del Trono di spade, poiché fatte da attori britannici che aderiscono al proprio sindacato nazionale.
Lascia un commento