Spider-Man – Across the Spider-Verse, la recensione
L’attesissimo Spider-Man: Across the Spider-Verse, il secondo emozionante film della trilogia di Miles Morales nell’Universo di Spider-Man è in uscita al cinema dal 1° giugno 2023.
Dopo essersi riunito con Gwen Stacy, l’instancabile Spider-Man del quartiere di Brooklyn viene catapultato attraverso il Multiverso, dove incontra la Spider Society, un team di Spider-People incaricato di proteggere l’esistenza stessa del Multiverso. Ma quando gli eroi si scontrano su come affrontare una nuova minaccia, Miles si ritrova a combattere contro gli altri Spiders e deve ridefinire cosa significhi essere un eroe, per poter salvare le persone che ama di più. Chiunque può indossare la maschera, è come indossi la maschera che ti rende un eroe.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson, con una sceneggiatura scritta da Phil Lord, Christopher Miller (The Lego Movie, The Afterparty) e David Callaham, basata sui fumetti Marvel. Il film è prodotto da Avi Arad, Amy Pascal, Phil Lord, Christopher Miller e Christina Steinberg. Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, Aditya Sood e Brian Bendis sono i produttori esecutivi.
Nel cast vocale figurano Shameik Moore, Hailee Steinfeld (Hawkeye), Brian Tyree Henry, Luna Lauren Velez, Jake Johnson, Jason Schwartzman, Issa Rae, Karan Soni, con Daniel Kaluuya e Oscar Isaac (Moon Knight).
Opera d’arte visiva contemporanea
Il team dietro al film Spider-Man: Across the Spider-Verse ha ampliato la definizione della narrazione animata introducendo stili visivi ancora più innovativi, sviluppando l’estetica dei fumetti già presente nel primo film, mentre i nostri protagonisti visitano diverse dimensioni e incontrano nuovi personaggi con un aspetto e un’atmosfera unici. Il gioco di fotografia è sublime, nell’alterazione di saturazione e contrasti che vanno a tempo con il ritmo delle emozioni.
Il Multiverso è una sfida entusiasmante, ma pericolosa per Miles, il suo prossimo grande salto come Spider-Man conferma che la sua ascesa allo status di eroe non è stata solo una coincidenza fortunata. “Non sono un ragazzino. Da tutta la vita tutti mi dicono sempre cosa devo fare”. L’evoluzione del protagonista è un climax perfettamente bilanciato, come tutta la trama, verso un crescendo di animazioni sempre più incastrate e fulminee, dentro salti spazio-temporali.
Differenze generazionali (riferimenti alla salute mentale), la crescita dei figli, la paura di essere padri. Tutte tematiche che il film affronta, arricchendo il pacchetto emotivo di un prodotto che non è solo un mix di azioni, giochi di luci e colori. Anzi.
Ha tutte le new entry bastano pochi caratteri fisici, comportamentali e di linguaggio per inquadrarli perfettamente e per diventare già iconici. Nella classica introduction di Spider-Man di presentazione come in un gruppo di sostegno. È incredibile come il sequel non utilizzi semplicemente il cast esteso ( e che cast vocale) per il solo valore di novità, ma si prenda cura di approfondirli ulteriormente. Il lavoro sui personaggi è particolarmente importante di fronte alla trama – a tratti – più complicata.
La dimensione di Gwen Stacy (Terra-65)
Impressionante il lavoro dietro alla fotografia. Questo film andrebbe rivisto centinaia di volte per comprendere l’accuratezza dei dettagli, dei cambi di colore, di contrasto, di saturazione a ritmo in base allo stato d’animo dei personaggi. Il lavoro fatto su Gwen Stacy è quello che mi ha impressionato di più. La bellezza dei toni di viola e del suo costume, come delle tavole di olio su tela ad ogni inquadratura. Nonostante il rischio di un caos totale di immagini tra lo sballottamento negli universi, tutto è giostrato perfettamente.
Uno degli aspetti speciali del sequel è il fatto che porta il pubblico in mondi unici e paralleli, ognuno abitato da diverse versioni di Spider-Man e dei suoi amici.
“Gwen ha la sua propria tavolozza di colori, molto espressiva e basata sul suo umore – il suo mondo è un po’ come un anello d’umore, e ciò che Gwen sta vivendo si manifesta nei colori che la circondano”. Il direttore artistico, Dean Gordon
Nel film di Phil Lord e Christopher Miller, non solo ci viene mostrato un po’ di più dello Spider-Verse, ma anche ben 280 diverse varianti di Spider-Man. Circa 100 di loro hanno un nome, mentre gli altri compaiono sullo sfondo. Innumerevoli gli easter eggs e i riferimenti, ma questa è una recensione no spoiler.
Un ritmo frenetico ma esaustivo
Across the Spider-Verse trasforma il dubbio che Miles prova sulle proprie capacità in un’epica azione Multiversale, con innumerevoli Spider-Man che lo tormentano per mettere in discussione il suo fragile senso di appartenenza. Shameik Moore introietta al personaggio un giusto equilibrio tra l’angoscia più evidente di Miles – con dei dubbi da tutte le parti – e il cuore tenero e sensibile del ragazzo dotato e buono che è.
Il film riesce in modo impressionante a farlo senza mai spingere abbastanza in una direzione da far sembrare le sue scelte stravaganti o fuori dal passo con il suo personaggio.
Il ritmo frenetico con cui Across the Spider-Verse salta da un frame all’altro è sia sbalorditivo che esaustivo. Nonostante tutte le meravigliose tavole di azione di Spider-Man che il film ci regala, i momenti relativamente semplici e tranquilli possono spesso avere un impatto altrettanto forte.
Un incontro sul tetto tra Miles e Gwen, in cui entrambi raccontano le difficoltà nel mantenere le relazioni familiari. La messa in scena mostra i due eroi appesi a testa in giù e ammirando New York da una prospettiva che solo loro possono avere. È lo spazio che il film concede ai due personaggi per esplorare i loro sentimenti complicati. L’essere dei Super-Eroi e il conforto che trovano l’uno nell’altro. La perdita, la responsabilità dovuta da qualcosa più grande di noi. Tutto ritorna, si sviluppa in grande nel Multiverso.
Se nel film di Spider-Man del 2002, l’Uomo Ragno doveva scegliere se salvare una persona (MJ) o un gruppo di bambini. Ora la scelta è sempre tra una persona da salvare, ma rispetto alle sorti di un intero Universo.
Sony esce a testa altissima con questo capolavoro che più volte strizza l’occhio all’MCU. Kevin Feige prendi nota su come deve essere fatto un film sul multiverso. Questo è il futuro prossimo dell’intrattenimento dei Super-Eroi che funziona. Grazie anche all’arrivo del prossimo videogioco per Play Station 5 Marvel’s Spider-Man 2.
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