Come finisce Strappare lungo i bordi?
Cosa succede nel finale di Strappare lungo i bordi? Mercoledì 17 novembre Netflix accoglie la prima serie animata scritta e diretta da Michele Rech, noto fumettista romano meglio conosciuto con lo pseudonimo di Zerocalcare.
Strappare lungo i bordi è il titolo scelto per la sua storia, o meglio per l’introspettivo viaggio che il protagonista compie nel corso di sei indimenticabili puntate, ciascuna delle quali con il potere di rispecchiare chi le guarda.
Armato di domande esistenziali, e nessuna certezza, Zerocalcare ripercorre un momento difficile della sua vita indagando l’origine dei suoi malesseri e della sua insofferenza verso le cose. Si tratta di un doloroso ma inevitabile percorso per raggiungere la consapevolezza di sé, elemento indispensabile per affrontare il resto degli imprevisti della vita.
Ed è proprio quando il viaggio intrapreso con i suoi ex compagni di scuola sta per finire che Zero capisce che lo scopo di tutto questo non era soltanto trovare un posto nel mondo, ma non dimenticarsi di vivere mentre si stava cercando.
Strappare lungo i bordi finale
[ATTENZIONE SPOILER: non continuare la lettura se non vuoi conoscere il finale di Strappare lungo i bordi]
Il treno su cui viaggiano Zerocalcare, Secco e Sarah è arrivato a Biella, la città originaria di Alice. Lei è la ragazza di cui Zero si innamora a prima vista, sentimento che lo porta a sviluppare verso di lei un profondo legame d’amicizia, ma anche un assoluto distacco.
Circondandosi di uno scudo invisibile, Zero decide che tra la possibilità di rovinare tutto e rimanere nella propria comfort zone sia certamente meglio la seconda scelta.
Per questo motivo, nel corso delle puntate, Alice parla con una voce metallica come a rappresentare l’incapacità emotiva tipico di un automa. Alice in realtà è piena di emotività, ma Zero questo non vuole vederlo, non ancora.
Quindi suona la sveglia alle sette del mattino. A Biella, Secco e Zero hanno dormito nella stanza degli ospiti, mentre Sarah ha trascorso la notte nella camera di Alice, che adesso non c’è più. Apprendiamo la terribile notizia quasi distrattamente, come a voler sottolineare che non esiste mai un bel modo per scoprire di una perdita.
Così Zero e i suoi amici si preparano ad andare al funerale dell’amica, mentre il distacco emotivo del protagonista si prepara a cadere in mille pezzi. Lo stato di dissociazione di Zero finisce quando la sua coscienza a forma d’Armadillo, l’unico personaggio autonomo e incontrollabile, e per questo con la voce di Valerio Mastandrea, pone Zero di fronte a una consapevolezza a lungo ignorata: l’accettazione del dolore.
Zero deve accettare la terribile scelta di Sarah, riconoscendo inoltre di averla sempre respinta a causa della grande paura verso i sentimenti, insidiose e fantomatiche minacce che avrebbero certamente finito per inghiottirlo.
Questa consapevolezza ne sblocca di conseguenza un’altra: smettere di sentirsi in colpa per le scelte degli altri. Zero deve superare anche l’idea di essere la causa dei mali di tutti perché, al contrario, la verità è che come fili d’erba siamo in grado di influenzare solo noi stessi. Glielo ricorda Sarah fuori dalla palestra comunale dove si stanno svolgendo i saluti ad Alice.
Ed è in quel preciso istante, per la prima volta, che gli amici di Zero iniziano a parlare con le loro voci, e persino l’Armadillo smette di infierire sulla psiche del protagonista. Ma qual è il significato di questo cambio di narrazione?
Strappare lungo i bordi spiegazione
La svolta narrativa avviene sul finale di Strappare lungo i bordi, e nel dettaglio quando i genitori di Alice fanno un toccante discorso per ricordare che la figlia non era soltanto inadeguatezza e solitudine, ma anche tanto altro. Persino Zero scopre che esiste sempre tanto altro al di là dei propri demoni interiori e dei preconcetti imposti dalla società.
Senza cadere mai nell’autocommiserazione, ma con grande sensibilità, Zerocalcare disegna un ironico spaccato della sua generazione riflettendo le sue stesse domande esistenziali nella mente dello spettatore. Quest’ultimo viene trascinato nella coscienza del protagonista che percepisce la propria voce interiore sussurrargli che quello a cui sta assistendo, in realtà, è capitato anche a lui.
Strappare lungo i bordi è a tutti gli effetti una storia universale, un racconto che unisce temi come l’insicurezza, la precarietà, l’apatia e ancora il suicidio, la solitudine e l’inquietudine dimostrando non solo come sia comune viverli nel corso della propria vita, ma anche combatterli e riuscire a superarli.
Quindi basta avere paura del fallimento, basta rimanere ancorati a una soffocante situazione di stallo. Il messaggio di Zerocalcare ci ricorda che dentro di noi siamo tutti in grado di trovare il proprio posto nel mondo. L’importante è farlo senza smettere mai di vivere e affrontare tutti gli imprevisti della vita, soprattuto quando ci spingono fuori da quegli inutili bordi.
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