Studio Battaglia è una storia vera?
Studio Battaglia è tratto da una storia vera? Il nuovo legal dramedy italiano, composto da 4 puntate, è arrivato il 15 marzo 2022 su Rai 1. La serie televisiva consente agli spettatori di osservare le relazioni sentimentali attraverso una storia ambientata nello studio legale.
Nonostante Studio Battaglia non sia ispirato direttamente a una storia reale, lo show tratta diverse tematiche legate agli aspetti più attuali del diritto di famiglia (specialmente il rapporto con i nuovi media). Scopriamo, dunque, diverse questioni, tra cui le unioni civili, gli accordi di riservatezza, la tutela dell’immagine, le famiglie omogenitoriali, il congelamento degli embrioni, l’uso dei social media, la diffamazione, l’eredità digitale e molto altro.
La trama di Studio Battaglia
Ambientata a Milano, la serie televisiva racconta le vicende delle donne Battaglia, ovvero tre divorziste e una futura sposa. Anna lascia lo Studio Battaglia della madre Marina e accetta un incarico allo Studio Zander. Qui incontra Massimo, un suo vecchio flirt dei tempi dell’università, a cui aveva preferito Alberto (diventato poi suo marito). È stata la scelta giusta?
SCOPRI TUTTO SUGLI ATTORI E SULLA TRAMA DELLA SERIE!
Queste quattro donne – Anna, Marina, Nina e Viola – stanno affrontando delle fasi diverse della vita. Le avvocatesse e la futura sposa sono unite da un amore profondissimo e da un’ironia invincibile. Gli spettatori scopriranno un lungo caso orizzontale e numerosi casi di puntata.
Studio Battaglia, il remake di The Split
La serie italiana Studio Battaglia è tratta da The Split, un dramma giudiziario britannico creato da Abi Morgan. La serie originale segue la famiglia Defoe, composta da avvocati e avvocatesse. Hannah, la sorella maggiore, decide di abbandonare l’ufficio di famiglia per lavorare da Noble & Hale, uno studio rivale.
Studio Battaglia è stato diretto da Simone Spada. Il cast è guidato da Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio e Marina Occhionero. Gli altri interpreti sono Giorgio Marchesi, Michele Di Mauro, Carla Signoris, Thomas Trabacchi e Massimo Ghini.
Lascia un commento