Supersex, il cameo di Rocco Siffredi nel secondo episodio
Dal 6 marzo è disponibile su Netflix Supersex, la serie liberamente tratta dalla vita di Rocco Siffredi. Alessandro Borghi e Saul Nanni portano in scena il pornodivo in questo racconto di formazione che ci racconta luci e ombre di Rocco Tano, dapprima come adolescente impacciato e successivamente come leggenda dell’immaginario erotico mondiale. La serie attinge a piene mani dalla storia di Rocco Siffredi, il quale ha detto che gli eventi raccontati in Supersex corrispondono “al 98%” a cose realmente accadute.
Ci sono ovviamente degli innesti di finzione, riscontrabili principalmente nel personaggio di Tommaso (Adriano Giannini), il fratellastro maggiore di Rocco nonché idolo di quest’ultimo, e in Lucia (Jasmine Trinca), la moglie di Tommaso nonché colei che diventa una sorta di controcanto di Rocco. La serie parte dall’infanzia di Rocco a Ortona, con i fratelli e i genitori, passando per la tragica scomparsa del fratello Claudio. Da lì passiamo direttamente a Rocco, più grande, che sbarca a Parigi per seguire il fratello Tommaso, che nel frattempo è diventato maître di un ristorante italiano di nome “Casa Nostra”.
Il proprietario, Don Mario, aveva introdotto Tommaso al giro della mafia corsa e adoperava il ristorante per ripulire il denaro proveniente dai loro traffici illeciti. Rocco inizia quindi a lavorare nello stesso ristorante del fratello, ed è qui che conosce Sylvie, la sorella di Jean Claude. Con Sylvie, Rocco vive il primo approccio sessuale e immediatamente se ne allontana per paura di innamorarsi e – potenzialmente – di essere abbandonato. La sera inizia quindi, sempre grazie a Tommaso, a frequentare Pigalle, la zona a luci rosse: Rocco inizia ad accorgersi dell’ascendente che ha sulle donne e comincia a esplorare il piacere in maniera compulsiva.
La mattina lavora sempre a “Casa Nostra”, ed è qui che assistiamo al mitico cameo di Rocco Siffredi: siamo al minuto 22’02” del secondo episodio, per essere precisi. Il vero Rocco Siffredi è seduto a un tavolo in compagnia di un’altra persona. Il giovane Rocco Tano gli porge un piatto di pasta e Rocco (quello vero) gli dice, in francese,: “Ah, voilà, mes pâtes, al dente j’espère!”, ovvero “ecco la mia pasta, spero che sia al dente!”. Rocco gli risponde di sì e lo ringrazia. Si tratta di un cameo rapidissimo ma che onora il vero protagonista di questo racconto.
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