Tales From The Loop, la fantascienza umana come nuova cifra stilistica di Amazon
“L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere” scrive Friederich Wilhelm Nietzsche ne La Gaia Scienza del 1882.
Chissà cosa ne avrebbe pensato di Tales From The Loop, l’ultima produzione fantascientifica di casa Amazon Studios al debutto venerdì 3 aprile. La serie, infatti, è incentrata sul tema dell’eterno ritorno, teoria cara al filosofo tedesco.
Si tratta di un’antologia in otto parti creata da Nathaniel Halpern e prodotta da Matt Reeves, già regista di Cloverfield e al timone del Batman con Robert Pattinson che vedremo il prossimo anno.
La regia del finale della prima stagione di Tales From The Loop è firmata da Jodie Foster, negli ultimi anni dietro la cinepresa di diverse serie televisive tra cui Black Mirror e Orange is the new Black.
La protagonista della serie è Rebecca Hall, attrice anglo-americana con un’eredità importante. Il padre, Peter Hall, è stato il fondatore della Royal Shakespeare Company nel 1961, mentre la madre, Maria Ewing, è un’importante cantante d’opera americana. Le teatrali del padre sono talmente eclatanti da fargli meritare il titolo di baronetto dalla Regina.
Tales From The Loop racconta le vicende degli abitanti di una cittadina americana al di sotto della quale si trova il Mercer Center for Experimental Physics, detto più comunemente Loop.
Questo “Cerchio” è in grado di sovvertire le leggi della fisica e della comprensione umana. I racconti che ne derivano, tuttavia, si discostano dalle distopie tecnologiche a cui ci hanno abituato Black Mirror e Mr. Robot.
Ne emerge un racconto che bilancia un angosciante esistenzialismo contemporaneo grazie uno sguardo intimo in grado di porre l’accento sull’emotività e sulla mortalità dei suoi protagonisti, i quali non smettono di provare a spezzare i circoli viziosi dei loro retaggi seppure siano destinati a ripeterli.
Rebecca Hall: “La mia Loretta, intrappolata nel Loop”
A partire dal suo debutto cinematografico nel 2006 con The Prestige di Christopher Nolan, Rebecca Hall ha saputo cimentarsi con la stessa disinvoltura nei blockbuster Marvel (è stata Maya Hansen in Iron-Man 3) sia che nelle pellicole di Woody Allen, il quale l’ha diretta nella pellicola che l’ha consacrata, Vicky Cristina Barcelona. La loro ultima collaborazione, Un Giorno di pioggia a New York, è approdata nelle sale lo scorso anno.
In Tales From The Loop, Hall interpreta Loretta, una brillante fisica impiegata al Mercer Center dove lavora al fianco del suocero nonché fondatore della struttura Russ (Jonathan Pryce, visto recentemente ne I Due Papi).
Per prepararsi al ruolo di Loretta, Rebecca Hall si è rivolta al podcast di Great Courses sulla fisica quantistica e ha rivisto alcuni dei suoi film di fantascienza preferiti come Solaris e Stalker, ma “La maggior parte dell’ispirazione è arrivata dal copione”. Ecco le sue parole:
L’unico modo per prepararsi ad interpretare un personaggio come Loretta è di pensare al suo elemento chiave: Loretta è spinta dall’atto centrale dell’abbandono, che è qualcosa di profondamente umano. Da qui l’aspetto filosofico: il tempo è un problema per il genere umano, perché porta al sentirsi abbandonati, alla morte delle altre persone – e alla nostra.
Rebecca Hall descrive così il personaggio chiave della serie, una donna segnata dall’inspiegabile scomparsa della madre Alma quando era ancora bambina:
Loretta è una sopravvissuta, ha affrontato un trauma molto grave nella sua infanzia.Capire e poter controllare quel trauma è poi diventato la sua missione di vita, a discapito dei suoi rapporti umani.
Tales From The Loop è intriso di riferimenti filosofici, a cominciare dalla teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche.
Loretta è mossa dalla componente ossessiva della sua personalità, totalmente rapita dal suo lavoro: alla sua vita privata non consente di interferire con i suoi compiti al Loop. Come tutti i personaggi della serie, anche lei si misura con la difficoltà di uscire dalla propria ciclicità.
A riportarla alla realtà, la rivelazione che il figlio Cole (Duncan Joiner) crede che a Loretta non piaccia essere madre. Lei spiega: “Quella sensazione, che è molto dolorosa per un bambino, è esattamente ciò che Loretta sentiva quando era piccola. L’idea che lei possa ripetere questo ciclo la spaventa, ma penso che sia accidentale. Loretta non intende essere quel tipo di persona, ma è intrappolata nel suo loop”.
Nel primo episodio della serie, Loretta incontra sé stessa da bambina, uno dei tanti eventi inspiegabili scatenati dal Loop.
E se fosse vero? Intervistata da noi, Hall risponde che se avesse l’opportunità di ritrovarsi davanti ad una sua versione infantile, non avrebbe messaggi incoraggianti da condividere. “Vorrei poter dire di avere qualcosa del tipo ‘Non preoccuparti, andrà tutto bene’, ma la verità è che probabilmente rimarrei sbalordita a fissarla (ride). Preferirei essere io a chiederle di raccontarmi qualcosa su come io ricordo le vicende della mia infanzia”.
La verità è che essere umani implica una costante evoluzione. Qualsiasi età raggiungiamo, non arriviamo mai ad un punto nel quale pensiamo di avere tutte le risposte da impartire ad una nostra versione più giovane per rassicurarla. Non ho idea di cosa mi succederà domani! (Ride).
“Trarre una serie tv da un’opera d’arte mi ha conquistato”
Tales From The Loop è ispirata ai dipinti futuristici dell’artista svedese Simon Stålenhag, classe 1986.
Sebbene sia lei stessa una pittrice, Hall non conosceva le opere di Stålenhag: “Ho visto i suoi dipinti prima ancora di leggere una sceneggiatura ed ero già praticamente convinta. Mi intrigava l’idea che un’opera d’arte potesse ispirare un’opera televisiva”. Il quid che a suo parere qualifica Tales From The Loop è il “Vero stile visuale” che scaturisce da questa autoritalità.
Oltre all’aspetto artistico e al personaggio di Loretta, un’attrattiva fondamentale per Hall era rappresentata dai registi coinvolti nel progetto. Oltre a Mark Romanek (Non Lasciarmi) che ha diretto il primo episodio, dietro la cinepresa si è avvicendata anche Jodie Foster.
Sul set della serie, Rebecca Hall ha avuto modo di parlare con Foster del suo debutto alla regia con Passing, adattamento dell’omonimo romanzo di Nella Larsen pubblicato nel 1929 di cui ha recentemente concluso le riprese. Più che qualche dritta tecnica, ciò di cui Hall ha fatto tesoro è il “Puro incoraggiamento” trasmessole da Jodie Foster che l’ha esortata a dedicarsi al progetto e di andare avanti.
A novembre Rebecca Hall sarà nelle sale con Godzilla versus Kong, pellicola che metterà uno contro l’altro i due colossi del cinema mondiale.
Guardando al futuro di Tales From The Loop, attualmente non ancora rinnovato per una seconda stagione, Hall spiega di non avere idea di cosa potrebbe esserne della sua Loretta in una eventuale continuazione, anche se sospetta che possa riguardare nuovi personaggi: “Qualsiasi cosa potrebbe succedere in quel mondo, in qualsiasi momento nel tempo”.
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