Terra Amara, Fusun tradisce Betul e la consegna a Zuleyha!
Terra Amara, Fusun tradisce Betul e la consegna a Zuleyha, la sua nemica giurata! Stavolta Betül ha superato ogni limite. Impazzita dalla rabbia che prova nei confronti della sua nemica Züleyha, l’avvocata ha aperto il fuoco contro la signora di Çukurova ma ha finito per colpire Hakan, il quale si è scaraventato nella traiettoria del proiettile, fungendo da scudo alla moglie.
Hakan è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale, avendo sacrificato la propria vita per salvare quella della donna che ama. Nel frattempo, Betül, in fuga, incontra Abdülkadir e Vahap anche loro ricercati. I due le propongono di scappare con loro in Siria per sfuggire alla giustizia e ottengono dei passaporti falsi con cui sperano di passare il confine.
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Şermin, dopo aver trovato riparo nelle baracche dei braccianti, vaga per Adana in cerca di cibo finché non sviene in preda ai morsi della fame e viene soccorsa da Lütfiye.
Abdülkadir, Betül e Vahap giungono al confine con la Siria, ma Vahap viene fermato alla frontiera poiché in possesso di un passaporto in cui è riportato il nome di un ricercato.
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L’uomo, però, riesce a fuggire e a ritornare a Çukurova dove viene scoperto da Çolak, il quale minaccia di consegnarlo ai gendarmi. A questo punto, Vahap anticipa Çolak piazzando nella sua villa la pistola con cui è stato ucciso Bayram Celik e rivela al comandante dei gendarmi il luogo esatto dove è sepolto il corpo della vittima.
Quando Betül giunge ad Aleppo, chiama Füsun e le fornisce il proprio numero di telefono affinché Şermin possa contattarla, ma lei lo consegna a Züleyha. Fikret risale all’indirizzo dei fuggiaschi e organizza una spedizione alla volta di Aleppo.
Trovata la casa in cui abitano, riescono a catturare e a riportare in Turchia gli assassini di Hakan e Alì Rahmet. Şermin, nel frattempo, per restare nella pensione dove l’ha sistemata Lütfiye, è costretta a subire l’ennesima umiliazione ed accetta di lavorare come netturbina. A Çukurova arrivano Fikret e Züleyha insieme ad Abdülkadir e Betül.
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