The Animal Kingdom, la recensione del film francese di Thomas Cailley
Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes del 2023, il film The Animal Kingdom arriva nelle sale il prossimo 13 giugno presentato da I Wonder Pictures. Una produzione europea che non ha nulla da invidiare a quelle americane. Quando pensiamo ai mutanti, subito l’attenzione va verso gli X-Men. In The Animal Kingdom ci sono le mutazioni, i cambiamenti genetici, ma non sono superpoteri. Le “creature”, i “mostri”, “le bestie”, così come vengono chiamate nel film, con tutti nomi dispregiativi, sono mal visti e rinchiusi in strutture apposite.
Il film racconta la storia del giovane Émile (Paul Kircher), un ragazzo di 16 anni che vorrebbe avere una vita normale, come tutti i suoi coetanei. Lui e suo padre François (Romain Duris) si stanno trasferendo in una piccola comunità, immersa tra le Landes de Gascogne in Francia. Siamo in un epoca futura, in cui alcuni esseri umani mutano, si trasformano in ibridi con tratti animaleschi. C’è chi sviluppa totalmente o chi è in fase di cambiamento. La cosa certa è che la metamorfosi porta dolore e gli umani vedono come una minaccia queste creature.
François ha trovato un nuovo lavoro nella ristorazione locale, mentre Émile cerca di inserirsi nella nuova scuola, tra i compagni. La moglie di François e madre di Émile, Lana, è una mutante. All’inizio la intravediamo con il viso ricoperto di peli all’interno di un ospedale. Entrambe i protagonisti cercano di superare le loro difficoltà quotidiane, mentre li vediamo muoversi in questo mondo in cui il rischio di un coprifuoco o di isolamenti è ricorrente. The Animal Kingdom è un film conseguenza della pandemia per COVID-19. Nel film, i personaggi parlano di come gli altri paesi si sono adattati a vivere fianco a fianco con le creature umanoidi. Inoltre, la questione è diventata politicizzata tra i compagni di classe di Émile e il capo di François. Si può dire che The Animal Kingdom è una metafora di come il mondo risponde alle crisi sanitarie.
Il fatto che la vita continui durante questi “giorni strani” di mascheramenti, test, periodi di isolamento e tragedie familiari per alcuni non fa che rendere The Animal Kingdom ancora più rilevante. L’ambientazione boschiva in questa località vicino a Biscarrosse, crea delle vibes pop con rimandi ai grandi classici del genere come Teen Wolf, Twilight o Smallville. Inizialmente, si poteva immaginare al film come un’opera solo per ragazzi, ma in realtà parla molto anche agli adulti. Il rapporto tra François e Émile è un focus centrale che si sviluppa e cambia nel corso della pellicola. Il padre è molto protettivo e ha paura di perdere anche suo figlio. Quando Émile inizia ad avere i sintomi che lo portano a cambiare e a sviluppare i tratti genetici di un mutante, François fa di tutto per salvarlo e comprenderlo.
Come i più classici degli adolescenti, Émile ha una cotta per una sua compagna di classe e ha un rivale, mentre François crea un legame con la poliziotta Julia (Adèle Exarchopoulos), che però non riesce ad innescare. È difficile voltare pagina da qualcosa quando lo stai ancora attraversando. Duris porta in scena un padre stanco, addolorato da tutta una serie di eventi che ha vissuto. Lui è vittima di questo mondo, per aver perso qualcuno e cerca di sopravvivere per i pochi affetti che gli sono rimasti. Kircher incarna meticolosamente l’ansia adolescenziale, gli impulsi animaleschi che esplodono improvvisamente in lui. In aggiunta ai cambiamenti di un sedicenne, le mutazioni verso quello che sembra essere un lupo sono imprevedibili e spaventose. I suoi istinti sono difficilmente controllabili, così come i suoi sensi sviluppati, come olfatto e udito.
Effetti visivi e empatia
Oltre alla magistrale colonna sonora di Andrea Laszlo De Simone, il film The Animal Kingdom ci regala degli effetti visivi di livello. Trucco, costumi e CGI sono molto intimi, profondi e talmente realistici che fanno paura quando ci si concentra sul dettaglio. Questo è una bella sorpresa per una produzione europea, dato che siamo abituati a vedere grandi effetti e budget corposi nei film americani. Le creature cercano di vivere pacificamente nel loro regno, nel bosco, dove provano a domare la loro nuova vita animale. Il problema è ancora una volta l’uomo che interviene sulla natura, nuova e mutata, per paura del diverso. Attacca, rapisce e isola come primo metodo di difesa, ostracizzando cose che sfuggono al suo controllo.
The Animal Kingdom riesce a farci empatizzare con le persone che mutano. Basta una piuma, un artiglio, soprattutto lo sguardo. Gli occhi dei mutanti sono sempre tristi e arrabbiati ed è impossibile non cogliere la loro sofferenza per una nuova vita che non hanno scelto. Dall’altra parte, però, c’è la voglia delle persone di tornare alla normalità, ma nel farlo l’umanità diventa essa stessa mostruosa nel tentativo di ripristinare l’ordine.
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