The Good Doctor è una storia vera? Tutte le curiosità [VIDEO]

The Good Doctor è una storia vera? Tutte le curiosità

Chiunque abbia visto The Good Doctor si sarà chiesto almeno una volta se la serie è basata o meno su una storia reale. La trama, infatti, sembra davvero essere ispirata ad un personaggio realmente esistito ma sembra che la produzione abbia tratto ispirazione non da un personaggio reale ma da un programma tv della Corea del Sud chiamato proprio Good Doctor.
Secondo quanto dichiarato dal produttore Daniel Dae Kim (Jin in LOST), infatti, lo spettacolo lo ha colpito talmente tanto da decidere di portarlo sul piccolo schermo americano.

The Good Doctor, la serie coreana originale

Durante una intervista a The Hollywood Reporter, infatti, il produttore avrebbe dichiarato che i contenuti coreani sono perfetti per la tv americana. Daniel Dae Kim ha dichiarato “C’è qualcosa che la tv coreana fa come nessun altro paese: il modo in cui rappresentano il melodramma. In America ci sono più drammi serializzati e può esserci spazio per qualcosa ispirato alla tv coreana, perchè credo che i buoni contenuti siano in grado di superare le barriere culturali”.

Sempre durante l’intervista Daniel Dae Kim ha spiegato la scelta di portare negli Stati Uniti proprio la storia di The Good Doctor: “è qualcosa che può entrare in un mondo riconoscibile, con una vastità di personaggi che può essere esplorata a lungo termine”.

Che cos’è la sindrome di Savant di The Good Doctor

Se la storia da cui è tratta la serie non è vera, ciò che di vero c’è in questa serie è  proprio la sindrome di Savant da cui è tratto il protagonista. Ed infatti in questa serie viene rappresentata nel migliore dei modi questa sindrome.

La sindrome, infatti, è una rarità anche per chi soffre di autismo tanto da aver richiesto una accurata ricerca da parte della produzione. Lo showrunner David Shore ha infatti dichiarato che il gruppo di scrittori che ha lavorato alla serie ha fatto un approfondito lavoro di analisi per riprodurre il personaggio di Shaun. “Abbiamo visto molti documentari, ci siamo consultati con le persone”.