The Last of Us, quante stagioni per la serie tv
Quante stagioni avrà The Last of Us, facciamo il punto sul progetto a lungo termine della serie tv trasmessa da HBO negli Stati Uniti e in Italia su Sky. A oggi lo show non è – ancora – stato rinnovato per la seconda stagione, anche se – trattandosi di una delle serie più attese del 2023 – sembra alquanto scontata la riconferma da parte di HBO. A sostegno di questo scenario c’è il fatto che il videogioco da cui la serie è tratta conta un secondo capitolo che continua la storia di Joel ed Ellie.
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Nel corso di una lunga intervista realizzata da The Hollywood Reporter con i protagonisti e i creativi della serie tv, Neil Druckmann – autore del videogioco e dal 2020 co-presidente dell’azienda Naughty Dog che lo produce – ha parlato del futuro dello show che ha co-creato insieme a Craig Mazin (Chernobyl). Commentando la possibilità di un terzo atto della saga videoludica, Druckmann non si è sbilanciato sull’effettiva realizzazione di The Last of Us Parte III, anche se ha ammesso di ritenere che ci siano “ancora delle storie da raccontare”.
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L’autore, tuttavia, ha ribadito di non commettere lo stesso errore di Game of Thrones, il cui adattamento televisivo – in concomitanza delle due stagioni finali – ha superato il materiale di partenza scritto dal romanziere George R.R. Martin, ritrovandosi in un’impasse – creativa, ma non solo – che ha finito per scontentare gli appassionati. “Non abbiamo intenzione di raccontare storie che vadano oltre l’adattamento dei giochi,” ha detto Druckmann ricordando che il secondo capitolo del videogioco ha un finale che può considerarsi completo: “la Parte II non si conclude con un cliffhanger”.
Dello stesso parere è anche Craig Mazin, il quale ribadisce l’importanza di raccontare una storia che abbia un finale ben chiaro: “Non ho alcun interesse in una serie che gira a vuoto,” ha detto a THR, alludendo – forse – ad un’altra serie zombie che ha senz’altro annacquato il brodo. “Quando [una serie] diventa una macchina per il moto perpetuo, non può che diventare un po’… stupida” osserva Mazin.
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