The Last Showgirl, un ritratto intimo e personale per il riscatto di Pamela Anderson
The Last Showgirl è la storia malinconica di una città, Las Vegas, ricca di consumismo e magia uniti in una sola cosa che possono portarti in cima alle stelle e nel baratro da un momento all’altro. Pamela Anderson è Shelly, una showgirl che ha superato la cinquantina che calca da trent’anni il palco del Razzle Dazzle in uno spettacolo di burlesque tra piume e strass di cui lei ne va molto orgogliosa. Le sue compagne di spettacolo la trattano come una figura genitoriale, mentre la storia scorre e lo show sta per chiudere con l’ultima esibizione. In un’epoca in cui Las Vegas sta per essere dominata dal Cirque du Soleil, Shelly si sente parte della storia e molte volte la storia schiaccia il passato con brutalità. La donna si troverà a dover fare provini per nuovi spettacoli dopo molto tempo. Si sentirà dire che è troppo vecchia per i nuovi show che stanno arrivando, mentre Shelly sprofonda in stato di confusione e panico.
Be Water Film porta al cinema in Italia il film diretto da Gia Coppola dal 3 aprile 2025. Un grande ritorno per Pamela Anderson che per la pellicola ha ottenuto la candidatura come migliore attrice in un film drammatico e migliore canzone per Miley Cyrus ai Golden Globe.

Un forte senso di cameratismo
Le showgirl di Razzle Dazzle formano un gruppo intergenerazionale molto unito. Trascorrono più tempo insieme che con le loro vere famiglie, conoscono le rispettive debolezze, senza rancore o malizia. Shelly è la figura “mamma” di due delle ballerine più giovani, Kiernan Shipka (Twisters, Le terrificanti avventure di Sabrina) e Brenda Song, che si rivolgono a lei per un consiglio o si ribellano alla sua autorità.
Annette (Jamie Lee Curtis) è un’ex showgirl, ora cameriera di cocktail e dipendente dal gioco d’azzardo, con tanto di abbronzatura arancione e rossetto bianco. Lei e Shelly hanno una lunga storia alle spalle. Annette rappresenta il futuro di Shelly e tra disperazione e disgrazie hanno un forte senso di cameratismo. Dave Bautista, si immerge in un ruolo drammatico divinamente. Un vero protagonista nel ruolo di Eddie, direttore di scena di Razzle Dazzle e un sostenitore appassionato delle showgirl. Qualunque cosa accada in un dato momento, Eddie la coglie ed è sempre pronto a difenderle le artiste del suo locale. Nel corso della storia si rivelerà essere molto importante nella vita di Shelly.
In un film che dura poche settimane, la sceneggiatura di Kate Gersten (Mozart in the jungle) non vuole strafare. Questo lascia semplicità alla trama e permette di fare emergere le performance di tutto il cast. Sopra tutti Pamela. Per lei non si tratta di un ritorno, ma di un vero inizio. Ruoli come questi non le sono mai stati proposti nel suo prime anni Novanta, perché Hollywood non glielo ha mai permesso. Anderson doveva essere rilegata alla figura di Baywatch, tra le belle bionde dello star system. Un concetto di cui oggi – fortunamente – ce ne stiamo liberando, mentre Pamela si è liberata dalle vibrazioni di sfruttamento che le venivano imposte.

Pamela è sempre stata lì
Nessuna poteva interpretare Shelly come la interpreta Anderson. Il terrore di Shelly per il futuro incerto si amplifica con l’arrivo inaspettato di sua figlia Hannah (Billie Lourd). La ragazza studia fotografia al college ed è stata cresciuta dalla zia, ma vuole provare a vedere come è la vera vita di sua madre. Shelly prova a rimarginare un rapporto mai esistito con Hannah ma la cosa inizialmente crea solo disagio e ostilità per la figlia.
Tra momenti di danza sognanti davanti alla tv che a tratti mi ha ricordato la Pearl di Mia Goth e la convinzione di vivere ancora negli anni d’ora del Lido parigino, le convinzioni di Shelly piano piano si sgretolano completamente. Il tessuto che decade accostato a Pamela Anderson è definitivamente struggente. The Last Showgirl è un film in pieno stile Coppola con tanti tratti caratteristici che la nipote Gia ha preso da sua zia Sofia. Le inquadrature dei rooftops, la fotografia graffiata, quasi pastellata, uniti al senso di malinconia ma dolce, fanno tanto Lost in Tranlation vibes.
Shelly non è depressa, ma porta sempre il sorriso. Quando la faccia felice cade, cade anche lei. Anderson non è mai stata così sincera in un ruolo dove dal palco guarda verso l’oscurità del pubblico oltre i riflettori. Un pubblico che c’è e non c’è, che non è mai stato pronto a vederla come è realmente, pronto a sottovalutarla. Ma lei non ha paura.
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