The Wilds, tra teen drama e spirito del tempo
“Il tempo è un’illusione, ma il tempismo è un arte” scrive l’autore tedesco Stefan Edmunds.
Nemmeno Amazon, con i suoi algoritmi predittivi, avrebbe potuto immaginare che le sua prime serie giovane per eccellenza si sarebbe affacciata ad un mondo alle prese con una pandemia globale.
Nel caso del remake statunitense di Utopia affidato a Gillian Flynn, questo si è rivelata una disfatta. Ben pochi abbonati desideravano evadere dalla propria quotidianità demoralizzante rifugiandosi in una serie televisiva… su una pandemia imminente. La notizia della chiusura della serie, giunta poche settimane fa, non era inaspettata.
Tuttavia The Wilds, creata da Sarah Streicher che si è fatta le ossa lavorando a Marvel’s Daredevil per un altro illustre servizio di streaming, coglie sorprendentemente lo spirito del tempo. Non era senz’altro questa l’intenzione di Streicher, quando congegnò una serie con protagoniste otto giovani donne, quanto più diverse le une dalle altre, confinate su un’isola deserta a seguito di un misterioso incidente aereo.
Se la metafora dell’adolescenza come un’isola sperduta in cui esplorare solitudine, amicizia, sorellanza, lutto e sopravvivenza può sembrare una premessa alquanto manierista nel genere sempre più competitivo dei teen drama, l’attualità conferisce a The Wilds un ulteriore livello di lettura che consente alle spettatrici e agli spettatori di rivedere la propria esperienza di isolamento vissuta in questi mesi in quella delle otto protagoniste.
Penso che il vissuto degli adolescenti sia spesso liquidato, e penso anche che questo comporti un certo senso di isolamento” racconta Mia Healey, luminosa attrice australiana che nella serie interpreta la texana Shelby, a Tvserial.it. “Ritrovarsi su un’isola sperduta non è così diverso dall’essere una ragazza adolescente con ciò che questo comporta” aggiunge Healey, che afferma che The Wilds riesce a mantenere un equilibrio tra questi due elementi: “Mai quanto oggi, il messaggio della serie risulta universale”.
A chi guarda, la catarsi di The Wilds appare chiara sin dal primo episodio. A prescindere dalle strade che hanno intrapreso, le protagoniste possono superare la sofferenza che le ha condotte su quell’isola.
“Riflettendoci sopra, il motivo per cui mi sono innamorata così tanto di questa serie ha molto a che vedere col fatto che, mentre la giravamo, anche io ho trovato le mie persone” confessa emozionata Shannon Berry, attrice di Perth che nel 2016, all’età di sedici anni, lasciò gli studi per unirsi al cast della serie The Offspring. “Grazie a The Wilds penso senz’altro di aver affrontato anche io il mio percorso di riconciliazione all’insegna dell’amor proprio” ammette Berry, che conclude: “Sono innamorata di questa serie”.
The Wilds è stata spesso paragonata ad un caposaldo della serialità giovane dello scorso decennio, Pretty Little Liars. Un paragone che regge? “Non ho mai visto la serie” ammette ridendo Sophia Ali. A soli venticinque anni, l’attrice americana è apparsa in serie come Tyrant, Faking It, The Mick e Famous In Love, ma il suo ruolo più celebre è quello della dottoressa Dahlia Qadri in Grey’s Anatomy.
In The Wilds, Ali interpreta l’estremamente femminile Fatin, spesso derisa dalle sue compagne di sventura per la sua (apparente) superficialità. “Lei è completamente diversa da com’ero io da ragazza” rivela Sophia Ali, che racconta della propria infatuazione adolescenziale per l’abbigliamento da skater. “Nel mio caso, così come in quello di Fatin, si tratta sempre di una posa per farsi accettare dai coetanei”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Shannon Berry, Mia Healey e Sophia Ali riguardo all’esperienza di The Wilds, disponibile in streaming su Amazon Prime Video.
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