Come finisce The Witcher: la prima stagione della serie di Netflix si conclude con l’ottavo episodio “Molto di più”. I destini di Geralt, Yennefer e Ciri si intrecciano una volta per tutte: ecco cosa succede.
Geralt ferito: è la fine?
L’episodio si apre con le fiamme che divampano tra le mura di Cintra. Tra le vie e nei cortili, i cadaveri dei soldati cintriani giacciono accatastati l’uno sull’altro. All’interno del castello, Geralt (Henry Cavill) si inginocchia sul corpo esanime di un soldato nilfgaardiano. Un abito appeso, un libro aperto: vestigia della donna che Geralt ha promesso di proteggere e di riportare sana e salva a casa.
Più tardi, mentre passa nell’accampamento dei rifugiati cintriani nella foresta, Geralt si dirige in groppa a Rutilia verso Kaer Morhen, ma viene aggredito da dei nekker che emergono dalle profondità della terra. L’uomo che stava dando degna sepoltura ai cintriani viene aggredito da queste creature dalle sembianze scheletriche, ma Geralt giunge in suo soccorso. Mentre li affronta, Geralt viene morso da un ghoul: la ferita lo porta a soccombere.
Geralt è stato caricato sul carro dell’uomo barbuto, che lo esorta a rimanere cosciente: la ferita sulla gamba è livida e sembra infetta. La mente del witcher vaga nei meandri dei suoi ricordi, a quando la madre gli diceva che la loro gente viveva secondo il detto “Vivi e lascia vivere”. È magia, non è reale.
Tentando di issarsi a sedere, Geralt ascolta da lontano gli echi del conflitto tra i nilfgaardiani e i ribelli a Sodden. Estraendo una fiala dalla borsa, il witcher ne ingurgita metà e il resto lo cosparge sulla ferita: ha bisogno di un guaritore e di essere portato sulle Montagne Blu che si trovano dall’altra parte di Sodden, ma Geralt è convinto che “Lui” lo salverà. I ricordi si inseguono nella sua mentre, mentre continua a perdere contatto con la realtà: di fronte ai suoi occhi, il momento in cui la madre Visenna lo abbandonò sul ciglio della strada, e quando conobbe per la prima volta Vesemir, colui che diverrà il suo mentore.
Geralt giace con la schiena appoggiata al tronco di un albero: è notte. Una donna gli porge una scodella: è Renfri (Emma Appleton), poi succeduta da Yennefer. La sua vera forma è quella di Visenna, la madre di Geralt: “Le persone collegate dal destino si troveranno sempre” sono le sue parole di commiato dopo avergli guarito la ferita del nekker.
Geralt ha molte domande – e molto rancore – nei confronti della madre: oltre a ciò che ha subito durante il processo per diventare witcher, l’uomo vuole sapere perché Visenna lo abbandonò. Nessuna risposta gli darà ciò che sta cercando e potranno solo ferirli entrambi: è tempo che Geralt volti pagina e trovi ciò che ha lasciato andare – ovvero Ciri. “Ero solo un sogno” dice Visenna, ma è chiaro che non lo fosse davvero.
Geralt è finalmente tornato in sé e chiede all’uomo di portarlo a Colle Sodden per intervenire nella Battaglia. Di fronte alla proposta di ripagare il debito con il witcher tramite la Legge della Sorpresa, Geralt risponde che una birra basterà.
Ciri e Zola: l’Impero avanza
Ciri (Freya Allen) si risveglia in un campo di canne. La viandante Zola (Anna-Louise Plowman) la abbraccia e le chiede cos’è successo: intorno a loro il cavallo rubato giace a terra esanime, così come i cadaveri di altri uomini, sparpagliati intorno a loro. “Hanno cercato di aggredirmi” spiega Ciri, sconvolta. Zola conduce la ragazza ai margini del campo: una ripresa dall’alto mostra le canne piegate, come se una grande forza avesse si fosse abbattuta sulla vegetazione.
Nell’accampamento dei nilfgaardiani, Cahir (Eamon Farren) e Fringilla (Mimi Ndiweni) parlano dell’attacco che si apprestano a sferrare. Cinquantamila soldati sono in marcia da Cintra, ma il discorso non verte più su Temeria: la Confraternita è arrivata a proteggere la fortezza. Cirilla potrebbe già essere oltre lo Jaruga: quella è l’occasione per onorare la Fiamma Bianca. Cahir si lascia irretire da Fringilla e ordina di testare le difese che la Confraternita ha messo in atto. In compagnia di Zola, Ciri osserva una palla di fuoco diretta verso la fortezza: Nilfgaard ha iniziato l’attacco. Yennefer riesce a deflettere il primo attacco, ma Fringilla continua a colpire il castello di Sodden usando una catapulta e costringendo all’estremo sacrificio i maghi al suo servizio.
Zola si reca nella stanza dove ha sistemato Ciri per rassicurarla: Nilfgaard intende muoversi verso Nord, la loro abitazione è al sicuro e non sarà attaccata dall’Impero. Ciri è esitante e non sa se fidarsi della donna che le propone di rimanere a vivere lì con loro: oltre all’anonimato, la principessa potrà godere di una vita tranquilla e al sicuro.
Yennefer e la battaglia di Colle Sodden
In come finisce The Witcher non poteva mancare uno scontro di proporzioni epiche: nell’ottavo episodio è la battaglia di Colle Sodden.
Vilgefortz (Mahesh Jadu), Tissaia (MyAnna Buring), Sabrina (Therica Wilson-Read), Triss (Anna Shaffer) e Yennefer (Anya Chalotra) si trovano su un’imbarcazione a remi con altri sessanta maghi del Continente. Per raggiungere il nord, i maghi intendono passare per Colle Sodden. Il loro obiettivo è arrivare al Maschio Elfico prima dei nilfgaardiani. Secondo le fonti di Vilgefortz, l’impero si sta muovendo attraverso la valle di Jaruga e impiegherà due giorni. Se riusciranno a precederli potranno fermare la loro avanzata. Temeria e Kaedwen dei Regni Settentrionali si uniranno ai maghi per difendersi. Fino al loro arrivo, difenderanno il Maschio. Se riusciranno nell’impresa di tenere Sodden, il Continente sarà salvo dall’avanzata dei nilfgaardiani.
I ribelli nella fortezza di Sodden si preparano all’inevitabile attacco dei nilfgaardiani: i maghi si uniscono a loro. Da lontano, le truppe dell’Impero avanzano verso il castello. Triss menziona Geralt di Rivia a Yennefer, che definisce gli witcher “Spesso deludenti”. Alla vigilia della battaglia, Tissaia chiede a Yennefer se si sente pronta: la giovane risponde di avere vissuto già due o tre vite, e di non avere alcun eredità da tramandare, né alcuna famiglia a cui lasciarla. Tissiaia le assicura: la vita ha ancora molto da darle.
Il mattino seguente, soltanto ventidue maghi sono rimasti a lottare: gli altri hanno disertato il campo di battaglia. Fringilla ha appena cominciato e non possono aspettare i rinforzi che arriveranno di lì a due giorni. In quel momento una fitta nebbia si alza dall’accampamento nilfgaardiano, e con lui l’arma segreta che Fringilla aveva consegnato, nella forma di una scatola nera. Il mago incappucciato corre verso Colle Sodden portando con sé quella coltre di fumo: i maghi si dividono, e Tissaia ordina a Yennefer di controllare il proprio caos e di recarsi sulla torre per proteggerla.
Mentre Yennefer si assicura di stabilire un contatto telepatico con tutti i maghi, Sabrina è all’armeria e Tissaia è con Triss fuori dalle mura; quest’ultima esegue un incantesimo che ricorre ai funghi. Anche la maga Corallo (Rhianna McGreevy) contribuisce a fermare l’avanzata dei soldati. Sabrina utilizza le frecce e le bottiglie per innescare esplosioni che intrappolano i nilfgaardiani nella foresta. Questa visione convince Cahir e Fringilla a cambiare fronte.
Vilgefortz si materializza davanti a Cahir e lo affronta, ma esce perdente dal duello: l’Imperiale lo disarma e lo scaraventa giù da una collina; nella sua rovina, Vilgefortz batte la testa. Yennefer assiste alla scena e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Fringilla riesce ad aprire le porte della fortezza e attraverso un portale squarcia il cortile di Colle Sodden, mietendo le prime vittime ribelli. Al risveglio, Vilgefortz si trova di fronte ad un mago del Nord gravemente ferito che gli chiede aiuto: per tutta risposta Vilgefortz lo uccide attaccandolo con una mazza. Vilgefortz si rivela essere un voltagabbana.
Yennefer raggiunge telepaticamente Tissaia: quest’ultima affronta Fringilla, dicendole che non è troppo tardi per tornare dalla loro parte e abbandonare Nilfgaard. Dopo essersi vantata del suo ruolo nella disfatta di Cintra, Fringilla ammette di non essere interessata a cambiare casacca, e con un incantesimo mette in ginocchio Tissaia. Le cose si mettono male a Sodden: Atlan e Corallo sono stati uccisi, Triss guadagna tempo bloccando l’entrata con un cancello di rampicanti. Sono tutti diversivi: i maghi stanno perdendo la battaglia.
La nebbia entra nel castello e sprigiona il contenuto della scatola nera: dei vermi neri che si disperdono per la fortezza. Dove vanno? Si impadroniscono di Sabrina e di altri due ragazzini: mentre questi due fanno esplodere le bottiglie all’interno della fortezza, Sabrina si reca sulla torre e colpisce con una freccia al ventre Yennefer. Le due maghe vengono scaraventate giù dalla torre da un’esplosione e Sabrina giace a terra, apparentemente ancora viva.
Mentre si cinge il ventre ferito, Yennefer vuole trovare Tissaia: durante la sua ricerca si imbatte in Triss, gravemente ustionata, e lancia un appello telepaticamente a tutti i superstiti. Bisogna convogliare gli sforzi sulla prima linea per difendersi dall’imminente arrivo di altre guardie nilfgaardiane. In tutto questo Fringilla appare a Yennefer e le parla telepaticamente, esortandola ad unirsi a Nilfgaard per realizzare il proprio potenziale e non essere più limitata da regole e costrizioni.
Yennefer riesce a trovare Tissaia, che è messa molto male. Yennefer le dice che lei, Triss e tutti hanno bisogno di lei, e la ringrazia per averle salvato la vita con i suoi insegnamenti. Tissaia le risponde che è giunta l’ora che sia lei, Yennefer, a salvare tutte quelle persone: come? Lasciando esplodere il suo caos, invece di controllarlo.
Yennefer sale su una collina e sprigiona un fuoco che divampa per tutta la foresta, imprigionando al suo interno l’esercito nilfgaardiano. La maga padroneggia al massimo delle sue capacità il suo potere, e arde tutta la terra intorno a Colle Sodden, di fronte agli occhi di Tissaia che assiste alla sua allieva finalmente diventata maestra. Quando le fiamme cessano, di Yennefer non è rimasta alcuna traccia. Cahir osserva la scena da un promontorio, con la carica alle sue spalle pronta ad attaccare.
Tissaia rimane a cercare Yennefer e urla il suo nome: a darle man forte anche Geralt, ma Yennefer è svanita nel nulla.
Ciri e Geralt finalmente riuniti
Come finisce The Witcher? Con l’atteso incontro tra Geralt e Ciri, che finalmente si abbracciano. Il witcher e la Figlia della Sorpresa sono insieme. Le persone collegate dal destino si troveranno sempre.
Un flash-back della regina Calanthe (Jodhi May), sua nonna, le riporta alla mente il suo messaggio, svegliandola di soprassalto: “Vai e trova Geralt Di Rivia. Lui è il tuo destino”. Quella mattina, Ciri lascia la casa e si addentra nella foresta per trovare Geralt.
Nel frattempo l’uomo che Geralt ha salvato dai nekker si rivela essere Yurga, il marito di Zola e il padre di Nadbor. La donna che ha accolto e protetto Ciri accogliendola in casa propria è la moglie dell’uomo che ha tratto in salvo Geralt dopo che è soccombuto alla ferita.
Zola racconta al marito del ritrovamento dell’orfana (ovvero Ciri) nel bosco lì vicino. “La ragazza nel bosco sarà sempre con te. Lei è il tuo destino”: le parole che Renfri ha affidato a Geralt in punto di morte gli tornano alla mente. Yurga racconta di avere trovaro un witcher. Geralt si addentra verso il bosco dove si è diretta Ciri. I due si vedono in lontananza e si stringono in un tanto sospirato abbraccio.
Geralt: “Le persone unite dal destino si ritrovano sempre”
Ciri: “Chi è Yennefer?”
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