Those About To Die, la recensione della serie tv
Debutta venerdì 19 luglio 2024 su Prime Video, Those About To Die. È una serie tv che innesca subito molti pensieri e permette di fare diverse considerazioni. Ci perdonerà chi non è d’accordo, ma l’associazione con Game of Thrones è immediata, forse perché le puntate si aprono con una sigla che pare essere ispirata a Il Trono di Spade e al suo spin-off House of the Dragon. Il sangue che cola sulle figure disegnate, nessun volto di personaggio in carne e ossa, una musica incalzante: il riferimento per noi è lampante. Senza contare che nel cast di Those About To Die c’è Iwan Rheon, vale a dire il terribile Ramsay Bolton nella serie fantasy targata HBO. Gli attori meritano un approfondimento a parte, ma le analogie tra i due show continuano anche per quanto concerne la trama.
Violenza, sete di potere e di denaro, conquiste, corruzione: temi che troviamo in entrambe le serie. Anche l’aspetto vagamente fantasy ci sembra mantenuto nel pilot, ma forse è solo una nostra impressione. Quel leone bianco che si vede nel primo episodio ricorda vagamente l’atmosfera di Narnia e il cavallo bianco candido ha un che di “favola”.
Fatta eccezione per questi aspetti, c’è ben poco della fiaba. Those About To Die ci porta in un’antica Roma in cui contano solo due aspetti: i giochi e il pane. Quando quest’ultimo manca, la rivolta popolare incombe. Eppure, non c’è spazio per il buonismo: per usare le parole di Iwan Rheon nei panni di Tenax, “non c’è valore nella pietà”. Quasi quasi sembra esserci più tolleranza verso il mondo animale rispetto che per i propri simili. Facciamo riferimento al leone e al cavallo bianchi sopra menzionati e visti nel primo episodio. Nei confronti del leone, c’è chi chiede perdono per il male inflitto: “Per piacere, perdonami”. Il cavallo, invece, viene risparmiato. Per il resto, nessuna pietà.
Del resto, la durezza è forse uno degli aspetti che rendono ancora più… Epico un dramma epico come questo. Those About To Die rientra nel genere sword-and-sandal o peplum. È un sottogenere che approfondisce eventi storici, mitologici o biblici di risonanza ambientati nell’antica Grecia o nell’antica Roma.
Per dare ancora più lustro a una storia che aspira a essere grandiosa, troviamo un cast eccezionale, la vera perla della serie. Spicca il vincitore del Premio Oscar Sir Anthony Hopkins – dopo Il silenzio degli innocenti e Re Lear – nel ruolo dell’Imperatore Vespasiano. Oltre al già citato attore de Il Trono di Spade Iwan Rheon come Tenax, vediamo Tom Hughes – dopo The English e Victoria – per la parte di Tito Flaviano. Sara Martins – vista in Non dirlo a nessuno e in Delitti in Paradiso – veste i panni di Cala e Jóhannes Haukur Jóhannesson – anche lui precedentemente ne Il Trono di Spade – interpreta Viggo. Il cast internazionale prosegue con Jojo Macari – già in Sex Education – nel ruolo di Domiziano, Dimitri Leonidas – conosciuto per Rosewater, Renegades: Commando d’assalto – nel ruolo di Scorpus e Emilio Sakraya – dopo 60 minuti, Rheingold, 4 Blocks – è qui Xeno.
La parentesi meritata dedicata al cast, non può non comprendere due attrici di spicco nel panorama italiano: Gabriella Pession – vista in Crossing Lines – nei panni di Antonia e Kyshan Clare Wilson – alias Kubra in Mare Fuori – nei panni di Aura.
Pronto a immergerti nell’adrenalina dei giochi? La sfida è aperta tra le quattro corporazioni in cui è divisa Roma. Per sapere come andrà a finire hai due strade: guardare la serie o chiedere all’indovina…
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