Tokyo muore? Il suo fato rivelato alla fine de La Casa Di Carta 5 Volume 1
Tokyo muore? Sono in molti a chiedersi quale sia il destino del personaggio interpretato da Úrsula Corberó ne La Casa Di Carta. La serie torna da venerdì 3 settembre con la prima metà della quinta e ultima parte. Dopo aver detto addio a Nairobi (Alba Flores), è tempo di salutare un altro personaggio iconico de La Casa De Papel? Trovate la risposta di seguito.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale del volume uno della quinta parte de La Casa Di Carta e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della quinta parte o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire se Tokyo muore ne La Casa Di Carta 5 volume 1, qui troverete il resoconto completo.
Purtroppo quello che in molti temevano è vero: Tokyo non sopravvive al finale del volume 1 della quinta parte. Silene Oliveira, questo il suo vero nome prima di unirsi alla banda del Professore, muore nello scontro con il Comandante Sagasta (José Manuel Seda), a capo delle forze speciali che il Colonnello Tamayo (Fernando Cayo) ha autorizzato a sterminare la banda, e con il perfido Gandía (José Manuel Poga), il capo della sicurezza della Banca di Spagna nonché l’assassino di Nairobi.
Dopo essere stati divisi dai loro compagni, nel quinto episodio Denver, Manila e Tokyo hanno battuto la ritirata nella cucina della Banca di Spagna. Gandía, Sagasta e i militari delle forze speciali li hanno messi in trappola, ma Denver e Manila riescono a guadagnare tempo barricando la porta con il piano della cucina in ghisa.
Mentre gli uomini di Sagasta cercano di aprire un varco a partire dalla dispensa, i cecchini di Cañizo appostati sul palazzo di fronte colpiscono Tokyo, la quale si ritrova cinque proiettili in corpo. Rio (Miguel Herrán) cerca disperatamente di raggiungere la sua amata, e grazie ad un martello pneumatico inizia ad aprire un varco sul soffitto, esattamente nel punto dove si trova la cucina al piano superiore.
Tokyo è seriamente ferita, e potrebbe non riuscire a compiere il salto nel condotto del portavivande. Più di tutto, una persona dovrà restare a guadagnare tempo e presidiare la cucina per consentire alle altre due di calarsi giù. “Io non ti lascio qui”, dice Denver a Tokyo, aggiungendo “è morto mio padre durante una rapina, e non mi morirà anche una sorella”. Tokyo gli assicura che andrà tutto bene, e così lui e Manila (Belén Cuesta) raggiungono Stoccolma nell’ufficio sei piani più giù.
Tokyo resta da sola in cucina, sanguinante, mentre Rio riesce a creare un buco abbastanza grande per farci passare un braccio e tenere la mano a Tokyo, ma non per portarla via da quell’inferno. I militari fanno saltare in aria il piano cucina in ghisa e si preparano allo scontro finale con Tokyo. “Sono molto felice che tu sia qui” dice quest’ultima a Rio, che continua: “Devi vivere molte vite, amore mio”. Quelle parole hanno il sapore dell’addio, e Rio lo sa. Tokyo saluta il suo amato esortandolo ad allontanarsi perché sta per cominciare la festa.
Mentre i soldati di Sagasta si sparpagliano per la cucina, Tokyo apre il fuoco, ma sono in troppi e finisce per essere nuovamente colpita dai proiettili dei suoi nemici. Quando riapre gli occhi, Tokyo è distesa a terra tra le macerie. Gandía si trova sopra di lei, con un sorriso beffardo dipinto sul volto.
Convinto di averla in pugno, Gandía si prepara a giustiziare Tokyo assestandole un colpo in fronte. Non è detta l’ultima parola: sorridendo, Tokyo apre la mano per mostrargli le sicure delle granate che portava sulla bandoliera in petto, tutte pronte per detonarsi di lì a pochi istanti. Quando Gandía si rende conto di quello che sta per succedere, una smorfia terrorizzata gli pervade il volto. Tokyo risponde con un occhiolino. L’ultimo, intrepido gesto di ribellione che compirà in vita.
“Non sono una che diventa vecchia in prigione, sono una che scappa, e se non può scappare il mio corpo, che almeno scappi la mia anima” racconta la voce narrante di Tokyo poco prima dell’esplosione che uccide Gandía e travolge gli altri militari.
Denver, Rio e il resto della banda capisce dal boato che Tokyo si è sacrificata per loro: è stata il loro angelo custode, ha permesso loro di mettersi in salvo. Non è tutto: uccidendo Gandía, Tokyo ha ottenuto giustizia per la morte della sua migliore amica Nairobi.
Tokyo ha vissuto molte vite, e adesso ha sentito che fosse giunta l’ora per smettere di scappare. Questo è quello che ha sentito di aver fatto, per tutta la sua vita: fuggire. Dalle rapine, dalle responsabilità, persino dal suo amato René (Miguel Ángel Silvestre), il quale è stato lasciato in una pozza di sangue dopo un colpo andato male. Adesso Tokyo non scappa più: guarda i suoi demoni dritti negli occhi, sorride e gli fa l’occhiolino.
Quando ha capito che da quella situazione non avrebbe avuto via di scampo, Tokyo ha scelto di essere colei che avrebbe permesso ai suoi fratelli e delle sue sorelle di salvarsi. Il Professore, in preda ad un attacco di panico, trova rifugio in bagno: come farà ad andare avanti adesso che non c’è più Tokyo?
Da questo momento cambia tutto: infatti Tokyo è anche la voce narrante della serie. Ora che lei è fuori gioco, chi prenderà il suo posto? O trova comunque un modo (anche se altamente improbabile) di salvarsi?
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