In “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, c’è una scena in cui Alfredo, il proiezionista del cinema che dà il titolo al film, esorta il protagonista Salvatore a partire per Roma e lasciarsi alle spalle Giancaldo e la sua vita nel loro desolato paesino siciliano.
“Non farti fottere dalla nostalgia” ribadisce Alfredo, che per Salvatore – futuro regista – è un mentore. Ricongiungersi col passato non è facile. Conserviamo sempre un certo timore nei confronti del giudizio che il nostro io giovane potrebbe avere di ciò che siamo diventati oggi.
Sarà per questo che guardarsi indietro troppo a lungo non porta mai a granché, ed è anche il motivo per cui chi scrive evita accuratamente le rimpatriate delle superiori da dieci anni a questa parte. “Un’estate fa”, la serie in onda su Sky dal 6 ottobre, è una storia sull’effetto manipolatorio che la nostalgia può avere sulle nostre vite.
Elio, un affermato avvocato quarantenne, è costretto a rivivere il suo più grande trauma quando viene rinvenuto il cadavere di Arianna, l’amore dei suoi 18 anni. Il ritrovamento riapre l’indagine, trent’anni dopo, sulla sua morte ed è l’occasione per Elio e il suo gruppo di amici – ormai dissestato – di pareggiare vecchi conti e risanare non pochi rancori. Il racconto si snoda su due linee temporali.
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La prima è ambientata al giorno d’oggi, mentre la seconda riporta Elio – letteralmente – all’estate dei suoi diciotto anni. È il 199 e lui, insieme ad Arianna, Costanza, Carlo e tutti i loro amici trascorrono una vacanza al camping L’Onda. Con un colpo di scena che ricorda un po’ alla “Inception” di Christopher, Elio si ritrova quindi a rivivere il suo passato. Potrà così scoprire la verità sull’omicido di Arianna – e magari impedirlo.
Anche il cast è molto forte. Più che gli adulti – Lino Guanciale, Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Anna Ferzetti – a spiccare sono le loro controparti giovani come Antonia Fotaras, volto di Arianna che di questa storia è un po’ la Laura Palmer di “Twin Peaks”; con lei Martina Gatti, Sofia Iacuitto, Luca Vannuccini e Tobia De Angelis. “Un’Estate Fa” è un prodotto azzeccato che contiene moltitudini, come direbbe il poeta Walt Whitman.
C’è il racconto di formazione che vede questi adolescenti diventare adulti (loro malgrado), c’è il giallo dell’omicidio di Arianna e c’è persino una punta di fantasy. Merito soprattutto di una colonna sonora imponente – dai Depeche Mode ai Black Box, la Siae ringrazierà molto -, la serie si dimostra un’operazione originale che sa giocare con furbizia sugli elementi più identificativi degli anni Novanta, dal Calippo alle macchine fotografiche usa-e-getta.
Anche chi quei tempi non li ha vissuti troverà familiari quelle atmosfere e sospirerà “si stava meglio quando si stava peggio”. Gli americani – che amano coniare neologismi – la definiscono retrostalgia, l’avvertire la mancanza di un’epoca che risale a prima della nostra nascita. In fondo è tutto qui. La nostalgia è una percezione soggettiva, mica un timbro sul passaporto.
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