Vita da Gatto, il dolce film tratto dal romanzo di Maurice Genevoix
Presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2023 (dove ha vinto come miglior film nella sezione Elements +6), Vita da gatto è il nuovo film Plaion Pictures in arrivo il 18 aprile 2024 al cinema. La pellicola è diretta da Guillaume Maidatchevsky che riesce a raccontare una storia distaccandosi dallo stereotipo documentaristico, mantenendo una sorta di live-action per tutta la famiglia. Vita da gatto è tratto dal romanzo di Maurice Genevoix, che – a quanto pare – era il libro della buonanotte di uno dei produttori del film, Stéphane Millière. Il testo si ambienta negli anni ’30, quindi Maidatchevsky ha deciso di modernizzarlo per permettere al giovane pubblico di immedesimarsi nei personaggi.
Uno dei punti più interessanti di questa storia è la scelta del gatto. I felini, a differenza dei cani che sono addestrabili, sono su un confine tra domestico e selvaggio. Il gatto ha un latto indomabile, irrefrenabile di scoperta che non riesce a controllare. “Il gatto acconsente, lo fa perché gli va di farlo”, Stéphane Millière.
La storia inizia quando la piccola Clémence salva Rroû, un gattino orfano nato fra i tetti di Parigi. La loro amicizia diventa presto un legame indissolubile, ma quando i due si trasferiscono nella casa di campagna, il richiamo della natura si fa sempre più forte nel suo amico a quattro zampe, mettendo Clémence di fronte a un’importante e difficile scelta. Vita da gatto parla del cambiamento, della crescita e si rivolge ai grandi e ai piccoli per tenersi pronti a quello che la vita ha in serbo per gli esseri umani e gli animali.
Il film inizia in maniera progressiva e ci permette – a noi gattari – di empatizzare con Clémence (Capucine Sainson-Fabresse), personaggio realizzato dagli sceneggiatori ispirandosi alla protagonista del film Little Miss Sunshine. Cléme porta in casa Rroû e lo mostra ai genitori. La madre sembra contraria mentre il padre si dimostra esperto, quando in realtà non riconosce che Rroû è un maschio. La piccola gioca con il gattino, lo bacia prima di uscire di casa e si arrabbia quando i genitori lasciano la porta aperta così che Rroû scappa sulla tromba delle scale. Tutte situazioni che ha vissuto un qualsiasi padrone di un gatto.
Quando la famiglia va nella casa di campagna nel Vosgi, Clémence dovrà fare i conti con il lato selvatico di Rroû. Da gatto di città scopre la natura e i suoi abitanti. Gatti selvatici, una lince, un micio coetaneo con cui Rroû avrà diversi momenti da strappa cuore.
Clémence inizia a sentire la paura di perdere il suo gatto. Le cose stanno per cambiare anche per lei. I suoi genitori decidono di divorziare e il padre va via di casa. Qui entra in gioco uno degli aspetti migliori del felino. Il gatto non lascia nessuno indifferente. A cominciare dai bambini. Clémence gli racconta le proprie giornate, i propri sentimenti, i dubbi, le storie immaginarie. Il felino è una presenza emotiva che toglie lo stress e distrae nei momenti di difficoltà e di solitudine. Si dice spesso che per alleviare il dolore dei figli che vedono divorziare i genitori si regali proprio un gatto.
Il tempo passa e Rroû è cresciuta (sarebbe un maschio ma nel film continuano a chiamarla come se fosse femmina). Il gatto ha acquisito nuove competenze, non solo fisiche, ma anche di intelligenza. Dopo il divorzio dei genitori, la casa in campagna è messa in vendita così la madre di Clémence porta la figlia e il gatto per l’ultimo saluto. Qui ritroviamo la vicina di casa: una donna che vive in solitudine nei boschi con il suo cane Rambo. Si tratta di Madaleine (Corinne Masiero, Capitaine Marleau).
Il suo è uno stile di vita alla Henry David Thoreau. Si procura il cibo da sé, si crea il suo yogurt e preferisce la compagnia degli animali alle persone. Inizialmente, Clémence la definisce “La strega” perché parla con gli animali. Quando però la bimba si accorge di parlare anche lei con Rroû, capirà che le due hanno molte cose in comune. Madaleine raccoglie i rifiuti dal bosco e crea opere d’arte. È un’artista di trash art. Lei è la chiave per far comprendere la maturazione e il progredire della natura a Clémence. Nonostante si presentazione ruvida e diretta, la donna avrà una sensibilità sopra le righe, soprattutto nei confronti degli animali.
Il senso di abbandono e paura di perdere il proprio animale divampano per tutta la durata di Vita da gatto. Il lavoro di Maidatchevsky è sopraffino nel distaccarsi da un semplice documentario o da altri vecchi film banali con protagonisti un gatto e una bambina. Preparate i fazzoletti.
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