Vivi e lascia vivere, per la regia di Pappi Corsicato, debutta su Rai Uno in prima tv assoluta giovedì 23 aprile riscuotendo un grande successo di pubblico. Dopo la puntata d’esordio e quella seguente – che conferma il feedback positivo – abbiamo il piacere di contattare telefonicamente un attore nel cast della fiction. Ecco la nostra intervista a Giulio Beranek, interprete di Luciano in Vivi e lascia vivere.
In Vivi e lascia vivere Giulio Beranek è Luciano, un uomo dal “passato per certi versi oscuro”
Giulio Beranek ci presenta il suo personaggio in questa fiction. Luciano è il proprietario di un night club “abbastanza soft, però, nel quale si trova a lavorare Giada” – interpretata da Silvia Mazzieri. Proprio tra Giada e Luciano “sembra che nasca qualcosa”. Quello che ha di interessante il personaggio di Luciano è il suo “passato particolare e complesso, forse anche per certi versi oscuro”. Giulio Beranek che ne è l’interprete rivela che stia iniziando a emergere pian piano.
Proprio questa sua complessità è fonte di curiosità per Giulio Beranek perché Luciano di Vivi e lascia vivere “è uno di quei personaggi che quando mi vengono proposti mi interessa studiare”. L’indagine di storie vissute complicate lo affascina e figure come quella di Luciano “nonostante siano trasversali a tutto il discorso, non sono dei veri e propri protagonisti, riescono comunque a ritagliarsi uno spazio importante”.
Quello della prima stagione di Vivi e lascia vivere è definito da Giulio Beranek “un Luciano tratteggiato. È un Luciano che – appunto – aveva bisogno, in quelle poche occasioni nelle quali usciva, di lasciare un segno ogni volta”. Ci sono aspetti del suo passato che ancora non sono emersi, materiale che narrativo sicuramente interessante per un’eventuale seconda stagione della fiction.
Giulio Beranek e Luciano sono molto distanti, ma condividono un passato burrascoso
Nel corso dell’intervista Giulio Beranek ci racconta il percorso “di costruzione” per entrare nel personaggio di Luciano. Si reputa “molto distante” dal quel genere di uomo. Luciano gestisce un locale, ha un figlio, è anche autoritario se serve. Mentre il personaggio “riesce a gestire bene tutta la baracca, io sono un po’ una mosca bianca impazzita”. Giulio Beranek contestualizza questa affermazione. Non nasconde le sue difficoltà nell’immaginarsi, nella vita reale, nei panni di Luciano. Vive più sul momento, cercando – a volte con fatica – la concentrazione in un modo molto diverso da quello di un personaggio che è al centro di diversi ruoli con responsabilità.
Quello che emerge nell’intervista a Giulio Beranek come punto di contatto con Luciano è “un passato burrascoso”. Spesso immaginiamo che nel mestiere dell’attore si attinga alla propria esperienza, anche senza rendersene conto. Questo, invece, è un aspetto preciso del “bagaglio personale” dell’interprete che torna utile in quei passaggi nella fiction “in cui lui tira fuori delle cose che lo toccano un po’ di più”.
Essendo nato in una famiglia di giostrai è abituato a ricominciare da zero: quando la stabilità è una novità
Vivi e lascia vivere è una fiction che spera di trasmettere un messaggio più che mai attuale nel periodo che stiamo attraversando. Una crisi può essere anche un’opportunità per sprigionare energia positiva e creativa per ripartire. In questa intervista Giulio Beranek (Luciano in Vivi e lascia vivere) ci racconta di come per lui ricominciare daccapo sia uno stile di vita e non qualcosa di eccezionale. A lui capita di iniziare un nuovo capitolo “più o meno ogni settimana perché sono figlio di giostrai. Fin da quando sono piccolo sono abituato a lasciare e riprendere amicizie e affetti”. Al suo ritorno, magari dopo un anno, le persone che ha salutato sono cambiate e, quindi, è come ripartire da zero ogni volta nella costruzione delle relazioni.
Fin da quando è venuto al mondo si è abituato a viaggiare e a cambiare paesaggio con tutto quello che questa mobilità comporta. “Quello a cui mi sono dovuto abituare è la stabilità” ci rivela in questa intervista Giulio Beranek, rovesciando la prospettiva più comune.
“Le persone” sono il ricordo che si porta a casa dal set di Vivi e lascia vivere
Forse è figlio di questa vita itinerante il pensiero di Giulio Beranek riguardo a quello che di più prezioso si porta a casa dal set di Vivi e lascia vivere. Sono “le persone”: se ripensiamo che fin da piccolo è abituato a spostarsi e a abbandonare amicizie e affetti, questa visione sembra più che mai coerente. D’altra parte sul set si crea – quando le cose funzionano come in questo caso – un’armonia come se si diventasse una grande famiglia. Nell’intervista che il regista Pappi Corsicato ha rilasciato a noi di Tvserial.it il giorno dopo il debutto di Vivi e lascia vivere, sembra proprio che il clima fosse dei più distesi, per quanto con un ritmo di lavoro serrato.
La grande stima per Pappi Corsicato che “accarezza i personaggi”, ma crea un “cortocircuito”
Nel corso di questa intervista Giulio Beranek (Luciano in Vivi e lascia vivere) ci spiega che ha accettato di prendere parte al progetto “indipendentemente dal ruolo” proprio per poter lavorare con Pappi Corsicato, il regista al debutto nel mondo delle fiction. “Secondo me è, intanto un grande artista con un’anima bellissima. Ha un suo mondo che si può capire benissimo anche dai colori”. Giulio Beranek non nasconde di essere stato “molto curioso di cosa Pappi Corsicato potesse portare all’interno della serie italiana RAI”.
Per Giulio Beranek, in un certo senso, immaginarlo alla regia di una fiction è quasi un “cortocircuito”. Pappi Corsicato arriva dal cinema e, tra l’altro da un genere preciso “tutto suo, saturo di colori, con delle storie al limite e – quindi – in alcune cose si vede questo cortocircuito”. Lo stampo di questo regista, pur restando nei binari richiesti da una fiction in onda su Rai Uno in prima serata, è comunque molto forte in Vivi e lascia vivere. “Si sente, profuma anche, dà tanta importanza alla figura della donna e poi ha una delicatezza con la quale lui accarezza i personaggi che è notevole” afferma Giulio Beranek.
A riprova di quanto riportato sopra, è “il contatto umano” l’aspetto più bello che il set di Vivi e lascia vivere lascia impresso nella sua mente.
Giulio Beranek è ancora alla ricerca del ruolo che sente più suo
Nonostante ci siano stati, fino a questo momento, dei personaggi nei panni dei quali si è più sentito a suo agio, Giulio Beranek è ancora alla alla ricerca del ruolo che sente più suo. Domenico Farinella (“Mico”) nella fiction Il cacciatore per la regia di Stefano Lodovichi e Davide Marengo è stato, ad esempio, un personaggio in cui si è più “sentito libero di creare”. Resta che gli manca la sensazione di sentirsi completamente realizzato in un ruolo.
Giulio Beranek continua a portare avanti questa ricerca. Ad esempio, prima dell’emergenza Covid-19, ci racconta delle riprese del film di Aureliano Amadei, il secondo dopo 20 sigarette. “Si è fermato come tutto il resto”, ma speranza è che riparta non appena si possa tornare sul set. “È un film per il cinema bellissimo, una commedia on the road magica” racconta Giulio Beranek incrociando le dita per il meglio.
Sperando che si possa ripartire tutti, anche un po’ rinnovati e migliorati da questo periodo di assoluta anomalia gli facciamo l’in bocca al lupo per tutti i progetti futuri.
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